Vita di Dante Alighieri di Cesare Balbo

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      capo ii — 1301 149
      et a piedi| corsono a porta San Piero a casa messer Corso Donati| et non trovandoli ivi| corsono a San Piero maggiore| ov'era messer Corso Donati co' suoi consorti e ra-gunata| dai quali furono riparati et rincalciati et fediti| con onta et vergogna della casa de' Cierelii e di loro segnaci : et di ciò furono condannati l'una pal le et l'altra dal Comune » (1).
      Dal trovar Guido Cavalcanti ancora a cavallo in questa baruffa| si deduce che| quantunque infermo| non morì egli se non al principio del 1301. E se non m'inganno poi| la vicinanza di tal morte di Guido all'epoca del Poema| è accennata in esso dalle dubbiezze di Dante e Cavalcante Cavalcanti. Dante dice a Cavalcante| che Guido figliuolo di lui ebbe forse Virgilio a disdegno; — e Cavalcante
      Di subito drizzato| gridò: Come Dicesti: egli ebbe? non viv'egli aucora? Non fiere gli occhi suoi lo dolco lome?
      Quando s'accorse d'alcuna dimora Ch'io faceva dinanzi alla risposta| Supin ricadde| e più non parve fuora.
      Jnf. x| 67-72.
      Ad ogni modo| e fra tali contese e tali zuffe finiva in Firenze l'anno ultimo del secolo xm; nè diversamente| e come dice il Villani| fortuneggiando incominciava il seguente.
      (i) Giovanni Villani| p. 372; si confronti con Dino| p. 480| e Mar-chi0nne STEF.| p. 9.


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Vita di Dante Alighieri
di Cesare Balbo
Utet Torino
1857 pagine 474

   

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