Vita di Dante Alighieri di Cesare Balbo
capo xì — 1301 159
(ornano al niente| e le picciole per la concordia crescono in infinito. Ma poiché vide vana essere la sua fatica| e conobbe gli anirni degli uditori essere ostinati (temendolo giudicio di Dio)| prima propose di lasciare del tutto ogni pubblico uffizio e vivere seco privatamente ; poi| dalla dolcezza della gloria tirato | e dal vano favore popolaresco| ed anche dalle persuasioni de' maggiori| credendosi| oltre a questo| se tempo gli occorresse| molto più di bene poter operare per la sua città se nelle cose pubbliche fusse grande| che esser privato | e da quelle del tutto rimosso......non si seppe e non si potò da quella dolcezza guardare.
« Fermossi adunque Dante a seguire gli onori caduchi e la vana pompa de' pubblici uffici ; e vcggendo che per se medesimo non poteva una terza parte tenere| la quale giustissima la ingiustizia delle altre due abbattesse tornandole ad unità| con quella si accostò nella quale| secondo il suo giudicio| era più di ragione e di giustizia; operando continuamente ciò che salutevole alla sua patria e a' suoi cittadini conosceva » (1). Yedesi in tutto ciò che la moderazione di Dante non era nò debolezza| nè dubbiezza| nè doppiezza; e tal moderazione che non suol aver credito prima de' pericoli| l'acquista e serba finché durano| per perderlo poi quando son passati| ma riacquistarlo| quando sieno spente le Parti| appresso ai posteri. Del disprezzo poi di Dante per la propria Parte| noi vedremo molti cenni e nejle azioni di lui| e nel Poema.
Ma una delle più disprezzanti parole che sieno mai stato pronunciate da qualsiasi superbissimo e di sè senziente uomo| è quella famosa da lui detta al partire per la presente ambasceria| e pure rapportata dal Boccaccio : « Molto presunse di sè| nè gli parve meno valere| secori-dochè li suoi contemporanei rapportano| che ei valesse. La quale cosa| tra le altre volte| apparve una notabilmente. Mentre ch'egli era con la sua setta nel colmo del reggimento della Repubblica| e conciofussecosachè per
(1) Bocc.| Vita di Dante| pp. 30-32.
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