Vita di Dante Alighieri di Cesare Balbo

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      1 164 libro primoonorato funse come Signore di nobile sangue; salvo i Fornai| che dissono| che ne ricevuto nè onorato fusse| perchè venia per distruggere la Città.
      « Mandaronsi gli imbasciadori| e furon gran cittadini di popolo| dicendogli| che-polca liberamente venire| commettendo loro| che da lui ricevessono lettere bollate| che non acquisterebbe contro a noi niuna giuridizione| nè occuperebbe niuno honore della città| nè per titolo d'imperio (1) nè per altra cagione| nè le leggi della città muterebbe nè l'uso. 11 dicitore fu messer Donato d'Alberto Ristori| con più altri giudici in compagnia. Fu pregato il cancelliere suo| che pregasse il signore suo| che non venisse il dì d'Ognissanti| però clic il popolo minuto in tal dì facea festa con i vini nuovi| e assai scandali potreb-bono incorrere| i quali con la malizia de'rei cittadini potrebbono turbare la Città. Il perchè deliberò venire la domenica seguente| stimando che per bene si facesse lo indugio.
      « Andarono gli imbasciadori più per avere la lettera innanzi la sua venuta| che per altra cagione; avvisati| che se avere non si potesse| come promesso aveva| pren-dessono riafìdanza (cioè nuove istruzioni) e a Poggibonzi gli negassono il passo. 11 quale era ordinato d'afforzare per salvezza della Terra. E commissione n'ebbe di vietargli la vivanda messer Bernardo de' Rossi| che era vicario in questo tempo.
      « La lettera venne| e io la vidi| e feci copiare| e ten-nila fino alla venuta del signore; e quando fu venuto| io lo domandai| se di sua volontà era scritta. Rispose : Sìt certamente.
      « Quelli che'l conducieano| s'affrettarono; e di Siena il
      (1) Osservisi qui non solo la costante gelosia di questi Comuni diventati repubbliche| ma quella speciale ed antica dei diritti d'imperio. Carlo di Valois non avea propriamente che far coll'imperio; ma que' repubblicani erano avvezzi a udir invocare tal nome a torto come a diritto ; e poi sempre temeano che chicchessia| anche lontanissimo dalla dignità imperiale| vi potesse giugnere da un momento all'altro. E forse ciò temeano allora particolarmente di Carlo.
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Vita di Dante Alighieri
di Cesare Balbo
Utet Torino
1857 pagine 474

   

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