Vita di Dante Alighieri di Cesare Balbo
capo xnt— 1292-1301 187
di parti che dan agio alle vendette private| travisate in pubbliche.
Del resto| la tradizione così raccolta dal Sacchetti concorda non solamente con ciò che dice il Compagni delle condannagioni fatte ai grandi per un nonnulla| ma ancora con parecchi luoghi di Dante stesso che sembrano riferirsi agli Adimari. E prima| nell'Inferno| fra gl'irosi dibatten-tisi nel fango della palude Stigia| trova Dante un Filippo Argenti| della famiglia de' Cavicciuli| che dicesi uno de' rami degli Adimari (l); « cavaliere ricchissimo| tantoché esso alcuna volta fece il cavallo| il quale usava di cavalcare| ferrare d'ariento| e da questo trasse il soprannome. Fu uomo di persona grande| bruno e nerboruto e di meravigliosa forza ; e piti che alcuno altro| iracondo| eziandio per qualunque menoma cagione » (2). I quali particolari della ferratura d'argento e della persona grande| con tutto il ritratto- di costui| tanto concordano con quelli del mal grazioso cavalcatore del Sacchetti| che viene il sospetto fosse la medesima persona. Ad ogni modo l'Argenti ci è fatto conoscere dal Boccaccio in una Novella| la quale veramente sarebbe a legger tutta per li particolari che vi sono de' costumi fiorentini| anzi de'personaggi e delle brigate in mezzo a cui passò Dante questa prima parte di sua vita. Vedesi ivi un Ciacco parasito di messer Corso Donati | ed un Biondello di messer Vieri de' Cerchi : Biondello| comprando in piazza lamprede per messer Vieri| dà a credere a Ciacco esser queste per un gran convito in casa messer Corso| e ve l'invita. Ciacco vi corre| ma non v'ha se non del cece'| della sorra e del pesce d'Arno. Quindi Biondello si fa beffe di lui. Ma Ciacco| per vendicarsi| manda un barattiere a messer Filippo Argenti| che gli chieda in nome di Biondello d'arrubinargli cioè empiergli un fiasco del suo buon vin vermiglio | per sollazzarsi egli co' suoi zanzei i o compagni. Infuria l'Argenti; ad alia prima volta che dà in Biondello| lo batte e malconcia sì| che
(1) Vedi corani| della Minerva ali "Inf. vili| v. 61.
(2) Comra. del Boccaccio al medesimo verso|
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