Vita di Dante Alighieri di Cesare Balbo
capo xiii 1292-1301 193
addomandato| giammai insino a tanto che fermata o dannata la sua immaginazione avesse| non avrebbe risposto al dimandante; ii che molte volte| essendo egli alla mensa| od essendo in cammino con compagni| o in altre parti| essendo addimandato| gli avvenne. Ne'suoi studii fu assi-duissimo| quanto a quel tempo che ad essi si disponea ; in tanto che niuna novitą che s'udisse| da quelli il potea rimuovere. E secondo che alcuni degni di lede raccontano di questo darsi tutto a cosa che gli piacesse| egli essendo una volta fra l'altre| in Siena| e avvenutosi per accidente alla stazione di uno speziale| e quivi statogli recato un libretto davanti promessogli| tra' valentuomini molto famoso| nč da lui giammai stato veduto; non avendo per avventura spazio di portarlo in altra parte soprala panca| che davanti allo speziale era| si pose col petto ; e messosi il libretto davanti| quello cupidissimamente cominciņ a leggere. E comechņ poco appresso in quella contrada stessa| e dinanzi da lui| per alcuna general festa da' Sanesi cominciatasi | da' gentili giovani si facesse una grande armeggiata| e con quella grandissimi romori da' circostanti (siccome in tali casi con istrumenti vari e con voci applaudenti suol farsi); ed altre cose assai vi avvenissero da dover tirare altrui a vederle| siccome balli di vaghe donne| e giuochi molti Hi ben disposti e leggiadri giovani ; mai non fu alcuno che muovere di quindi il vedesse| nč alcuna volta levare gli occhi dal libro. Anzi| postovisi quasi a ora di nona| prima fu passato vespro| e tutto l'ebbe veduto e quasi sommariamente compreso| ch'egli da esso si levasse; affermando poi ad alcuni che'l domandarono come s'era potuto tenere da riguardare a cosģ bella festa| come davanti a lui s'era fatta? sč niente averne sentilo. Per lo che alla prima maraviglia non indebitamente la seconda s'aggiunse a' domandanti » (1). Nč facciano specie quest' astrazione e quest'amor di solitudine per istudiare| quasi modi contrarii a quel compagnevole conversar di Dante negli anni suoi piti lieti| ricordatoci da Leonardo Aretino:
(1) Bocc.| Vita| pp. 57| 58. Vita dibante
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