Vita di Dante Alighieri di Cesare Balbo
capo il — 1277-1303 197
Guardami ben ; ben son| ben son Beatrice. Come degnasti (1) d'accedere al monte? Non sapei tu che qui è l'uom felice ?
Purg. xxx| 55-75.
Allora incomincia Dante a vergognarsi| ed intercedono (divina immaginazione) gli angeli per lui. A tanta dimostrazione d'interesse stemprasi egli in lagrime ; ed ella si rivolge con parole che pajon veramente scelte in paradiso| alle sustanze pie :
Voi vigilate nell'eterno die|
Sì che notte nè sonno a voi non fura Passo che faccia '1 secol per sue vie ;
Onde la mia risposta è con più cura| Che m'intenda colui che di là piagne| Perchè sia colpa e duol d'una misura.
Non pur per ovra delle ruote magne (2)| Che drizzàn ciascun seme ad alcun fine| Secondo che le stelle son compagne;
Ma per larghezze di grazie divine| Che sì alti vapori hanno a lor piova| Che nostre viste là non van vicine ;
Questi fu tal nella sua vita nuova Virtualmente| ch'ogni abito destro Fatto aver ebbe in lui mirabil pruora.
Ma tanto più maligno e più silvestroSi fa '1 terren col mal seme| e non colto| Quant'egli ha più di buon vigor terrestro.
Alcun tempo '1 sostenni col mio volto ; Mostrando gli occhi giovinetti| a lui| Meco '1 menava in dritta parte volto.
Sì tosto come in su la soglia fui Di mia seconda etade| e mutai vita| Questi si tolse a me| e diessi altrui.
(1) Ti credesti degno — senso che non si trova in altri| è vero| ma che essendo il solo che faccia intendere ragionevolmente questo verso| non debbe esitarsi ad accettare| secondo i numerosi esempi di tali trasposizioni di senso datici da Dante| e secondo anzi la sua espressa confessione d'aver sovente fatto cosi.
(2) Ecco la sua natura primitivamente buona| la buona gioventù| il buon amor primiero! Ma in qual poesia espressi!
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Beatrice Dante Passo Virtualmente Quant Mostrando Meco Dante
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