Vita di Dante Alighieri di Cesare Balbo

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      capo i — 1302-1303 205
      imitator di Camillo nel difender l'esistenza della propria città. Finalmente abbiamo più vicini a noi un Cosimo de' Medici| quasi più magnifico nell'esilio| che non il figliuolo nel principato: un cardinal di San Pietro in Vincola che si esercitava nell'esilio a quell'operosità che il fece poi così gran Papa italiano| e poi due altri Papi de' nostri dì| i due Pii| non piccoli nel papato| ma grandi certo pel loro esilio; e poi Alfieri| fuoruscito volontario| ed altri suoi compaesani| Botta e Colletta sforzati| oltre altri così contemporanei che ne dobbiamo tacere. De' quali tutti sarebbe bello comporre una storia degli Esiliati Italiani. E tal fu per vero dire uno de' nostri troppo ambiziosi pensieri giovanili del quale è un resto l'opera presente.
      Fra tanti grandi esiliati| Dante fu forse supcriore a tutti per l'animo inconcusso; per l'attività più che mai esaltata; per l'ingegno trovante nuove vie; per l'interno vigore con che vinse l'esterna fortuna| ed acquistò maggior grandezza tra la sventura. Ma io mi affretto a dirlo. Parvemi Dante in patria| lodevole| irreprensibile cittadino| e così il dissi. Grande| ma non irreprensibile esule ora mi pare| e così dirollo. Non furono| è vero| i peccati di lui volgari e vili| non l'esagerazione in parte vincitrice e per-secutrice| non il mutar dalla vinta alla vincitrice| o l'avvilirsi dinanzi a questa di niuna maniera ; ma error contrario e. più pericoloso per le forti nature| l'esagerarsi nella resistenza a'vincitori| nella fratellanza ai vinti : on-dechò egli| già Guelfo moderatissimo| Bianco moderato in patria| cacciato che fu per sospetto di ghibellinismo| si fece per superbia ed ira Ghibellino. 11 gran peccato di Dante fu l'ira; l'ira che pur represse come vedremo nelle azioni| ma ch'egli sfogò in parole non che perdonategli| ma ammirate anche troppo dai posteri. « Nei nostri giorni| tengono alcuni| che i giudizii di Dante abbiansi a considerare come la giustizia stessa di Dio| e che il poeta gli avesse pronunziati scevro affatto da ogni passione. Con questo prendono ad esaltare l'Alighieri ; lode superstiziosa e piena di pericolo| dalla quale non havvi che unb.


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Vita di Dante Alighieri
di Cesare Balbo
Utet Torino
1857 pagine 474

   

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