Vita di Dante Alighieri di Cesare Balbo
206 liÌÓIò secondosolo passo all'irriverenza » (1). Se Dante si fosse lasciato dormire in pace| in quella misteriosa osctìrità in che s'avvolse| e tra cui il ritrassero gli antichi| io non mi sarei forse inoltrato tanto in questa fatica. Ma gli eTrori dei grandi sono quelli ^appunto che si vogliono segnalare| quando la turba dei piccoli prende a lodameli per imitarveli. Non temiamo quindi di esercitar sopra lui| severo giudice di tanti| quel severo ufficio della storia che non incombe a nessuno| ma assunto porta obbligo di piena verità. Chè ad ogni modo tolta questa utilità dell'esercitare il giudi-cio sulle azioni compiute a prò delle attuali o future| io non so veramente a che si scriverebbero o leggerebbero storie. Nelle quali tutte| è questa parte penosa de' biasimi ; ed è gran ventura quando non supera la piacevole delle lodi. Delle vite poi in particolare| per iscriverne senza biasimi| ei si vorrebbe poter iscrivere quelle degli angeli; o almeno di alcuna di quelle creature che vissero quaggiù come angeli| pure| umili| in sè raccolte| e per lo più ignote| e brevemente. Tal forse fu la vita di Beatrice ; non fu nè poteva essere quella di Dante| e tanto meno dopo lei perduta.
Del resto un'altra difficoltà incontreranno i leggitori in questa seconda parte ; la incertezza de' Viàggi di Dante. Le antiche età non erano vaghe di particolari biografici| come è la nostra. 11 Villani e il Boccaccio| soli fra' contemporanei| dissero poche parole di qùe'viaggi ; un secolo dopo Leonardo Aretino| e| per quanto io sappia| il Filelfo non v'aggiunsero guari ; e non fu Se non alla nostra età che il Pelli ne raccolse le memorie| e che l'autor del Veltro le ordinò ed estese. Seguendo i quali| o scartandocene secondo i nuovi studii fattine| molto pure rimarrà non dichiarato. Ma anche questo delle dubbiezze| è un inconveniente di tutte le storie scritte con sincerità ; e si confortino poi i leggitori al pensiero? vche nella vita come nel Poema di Dante| le cose più belle sono sempre le meno oscure.
(t) Veltro Alteg.| p. Ì88.
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