Vita di Dante Alighieri di Cesare Balbo

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      222 unno sbcosuodue contrappesi| due potenze dipendenti l'una dall'altra nell'elezione ; e caduta appena la possente mano fondatrice di queH!edifizìo| e venuto al forte Carlomagno un debole successore| subito incominciarono quelle parti di Chiesa e Imperio| che durarono quasi sempre poi| e non mutarono se non il nome| quando quattro secoli dopo elle si chiamarono Guelfa e Ghibellina. Sono ora da gran tempo e felicemente spenti siffatti nomi| e sarebbe certo quanto empia così sciocca intenzione quella di risuscitarli nella pratica; ma nella storia| impossibile è non ricordarli| ognuno secondo la propria opinione: e chiunque scriva di questi tempi| sempre sarà detto Guelfo da' più GhibeU lini di lui| Ghibellino da' più Guelfi ; e se sta in mezzo| or Guelfo| or Ghibellino dagli uni e dagli altri. Non tanto poi per andare incontro a tali accuse| quanto aftinché chi mi legge giudichi facilmente de' miei giudizii| io fin di qua mi confesserò Guelfo| fino a questo segno: che credo quel contrappeso della potenza papale essere stato sommo benefizio della divina Provvidenza ad impedire tra i varianti disordini del medio evo il rinnovamento della tirannia dell'antico imperio romano ; o| se si voglia| naturai conseguenza del cristianesimo che rendeva impossibile oramai tal tirannia| necessario| felicemente inevitabile quel contrappeso. Compiuto il fatto del cristianesimo| il rappresentante de' principii di esso| il centro| il capo di esso| non poteva non propugnare per quo' principii| non farsene arma a combattere i principii contrarli| qualunque volta paressero prevalere ; non poteva anzi non prevalere esso| ed a poco a poco prevalse| nell'opera sua principale. Per l'Italia poi in particolare| credo che da tal potenza del Papa più specialmente italiana| sia venuta| per opera principalmente di quella gran triade di Gregorio VII| Alessandro 111 ed Innocenzo III| la liberazione dei Comuni ; e quindi quella lingua| quelle arti| quella civiltà ch'ella ebbe il bene di godere la prima| e la gloria di dar poi alle altre nazioni cristiane. Che i papi abbiano così impedito| non che l'Italia| come dice Machiavelli| ma pur la Germania| di riunirsi in un gran regno| io lo credo facil-
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Vita di Dante Alighieri
di Cesare Balbo
Utet Torino
1857 pagine 474

   

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