Vita di Dante Alighieri di Cesare Balbo
524 libro secondopcrati da' Ghibellini antichi c nuovi per la loro resistenza contro agli imperadori| essi pur troppo! non resistettero abbastanza| non resistettero a segno di repudiar del tutto la potenza straniera| di liberar francamente| compiutamente e definitivamente la nazione| e di riunirla in confederazione perenne. Aveano allora i papi tre gran pensieri| dati loro dalla loro naturai situazione. Primo| l'unione spirituale della Cristianità che traeva seco la civiltà; secondo| l'unione temporale di tutti gli Stati cristiani per rinnovare le crociate ; terzo| solamente gli affari d'Italia. E quanto più erano buoni i papi e di animo adeguato al loro alto ufficio| tanto più seguirono tal ordine d'importanza dei tre pensieri: di che| se noi come Italiani ci potessimo lagnare (che noi crederei nemmeno| vedendo i papi più gran pontefici essere pure stati più grandi principi italiani)| noi come cristiani noi dobbiamo| nò il possono poi di niuna maniera gli stranieri (1). Ad ogni modo| alla metà del secolo xiii| quando incomincia l'assunto nostro| portando essi papi| come gli altri Italiani| la pena di quell'errore comune di non aver compiuta la loro con l'altrui indipendenza| già erano caduti| quasi stanchi da quella gran potenza propugnata dai tre sommi| ad una potenza minore| simile all'altre italiane| precaria| dipendente dalle parti della Penisola| della provincia| della città loro. Innocenzo IV| che regnò dal 1243 al 1254 fu| ovvero l'ultimo di quei grandi| o il primo di quei minori.
Uno di questi fu poi Niccolò III che regnò| durante l'adolescenza guelfa di Dante| dal 1277 al 1288. Era di casa Orsini| una delle più potenti in Roma ed all'intorno ; e favorì i parenti in tal modo| che potrebbesi dire l'inven-tor di quel vizio del nepotismo che durò più secoli| e fu santamente abolito ai di nostri da tal Papa| che egli pure
(1) Una trentina d'anni prima di Dante sendo il B. Egidio il terzo dèi compagni di san Francesco in corte a papa Gregorio IX| questi richiese il semplice e buon frate che gli dicesse alcun che sull'adempimento de' propri! doveri. E il frate : Voi avete due occhi| serbale il destro per le cose sopra voi| resti il sinistro a quelle disotto (Butler S>. Bonav. (4 luglio| p. 166| in nota).
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