Vita di Dante Alighieri di Cesare Balbo
WO in — 1304 23Ucordo con sua Parto| ma uuq de' capi di essa ; ond'ò chiaro che| qualunque fossero i suoi interni disprezzi| ei non si era per anco diviso da essa. Bastante e troppa mutazione di parte fece Dante una volta : non gliene aggiugniamo due altre| facendolo| senza necessità nè documento| dividersi e tornare a' suoi.
A quel 1° di maggio| che fu più volte fatale a Dante| e cqsì osservabile in Firenze| che dal festeggiarlo più o meno si giudicava della tranquillità e felicità de'cittadini| narra qui il Villani che| come al buon tempo passato del tran-' quillo e buono stato di Firenze| si fecero questa volta le solite brigate e feste « a gara l'una contrada dell'altra| ciascuno| che meglio sapea e potea. Infra le altre| come per antico aveano per costume quelli di Borgo San Friano di fare più nuovi e diversi giuochi| si mandarono un bando per la terra| che chi volesse saper novelle dell'altro mondo| dovesse essere al di di calen di maggio in sul ponte alla Carraia e d'intorno all'Arno. Ed ordinarono in Arno sopra barche et navicelle palchi ; et fecionsi la somiglianza et figura dello inferno| con fuochi ed altre pene et mar-torii| con huomini contraffatti e demonia| horribile a vedere; et altri i quali aveano figura d'anime ignnde; et mettevanli in quelli diversi tormenti con grandissime grida et strida et tempesta| la quale parea odiosa cosa e spaventevole a udire e vedere. Et per lo nuovo giuoco| vi trassono a vedere molti cittadini; et il ponte| pieno et calcato di gente| essendo all'hora di legname| cadde per lo peso con la gente che.v'era suso. Onde molta gente vi morio et annegò in Arno| et molti se ne guastarono la persona ; sì che il giuoco da beffe tornò a vero| com'era ito il bando ; chè molti per morte se n'andarono a saper novelle dell'altro mondo| con gran pianto e dolore a tutta la città| che ciascuno si credea bavere perduto o figliuolo o fratello. E fu questo segno del futuro danno che in certo tempo dovea avvenire alla nostra città| per lo soperchio delie peccata de' oittadiui » (1). Da questo fatto nacque poi
(1) vill.| j). 403.
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