Vita di Dante Alighieri di Cesare Balbo
240 libro secondola favola| che Dante n'avesse presa l'idea del Poema -| del quale noi vedemmo la vera origine tredici anni addietro. Altri argomentarono che| all'incontro dal Poema divulgato avessero i Fiorentini presa l'idea della festa. Ma il Poema qual è| non era certo pubblico nè fatto ancora| nemmen la prima cantica; benché non sia impossibile che il gran pensiero di esso| e i primi canti| o saggi latini| fossero già noti.e famosi. Ad ogni modo| vedesi qui ciò che sempre delle opere grandi| com'esse concordino col pubblico gusto. La pretensione di scrivere per la posterità sola| è propria di coloro che poi non ci arrivano : i veri grandi scrivono senza questi freddi calcoli| per impeto e bisogno di parlar alla propria generazione| la quale riconoscente li tramanda ai posteri poi.
Del resto il malaugurio cominciò a verificarsi presto. Un appressarsi a Monte Accianico dei Bianchi e Ghibellini che tornarono dal soccorso di Forlì| mise sospetto ne' reggitori di Firenze (1). Rosso della Tosa| capo della parte popolare addentro| metteva indugi e ostacoli a' negoziati. Addì 6 maggio l'esecuzione della pace universale| che avrebbe potuto compiersi a un tratto co'.ripatriamenti e accomunamenti d'ufficii| fu invece commessa al cardinale stesso e a quattro uomini potenti ma forestieri| e probabilmente lontani ; messer Mastino della Torre da Milano| messer Antonio da Fostierato da Lodi| messer Antonio de' Brusciati da Brescia| e messer Guidotto de'Bagni da Bergamo. Certo non era questo modo da conchiuder nulla. Poi « i contrarli alla volontà del Papa feciono tanto con false parole| che rimossone il cardinale da Firenze| dicendogli: Monsignore! anzi che andiate più avanti con l'esecuzione della paci e| fateci certi che Pistoja ubbidisca; perchè facendo noi pace| e Pistoja rimanesse co' nostri avversari| noi saremmo ingannati ». Pistoja| origine della divisione dei Bianchi e Neri| era la sola città di Toscana rimasta Bianca. Ma gli avversarli del cardinale « non di-ceano questo perchè avendo Pistoja volessono la pace| ma
(1) Dino| p. 511; Vill.| p. 40-2.
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