Vita di Dante Alighieri di Cesare Balbo
cafo v— 1304-1306 273
luce quindi piti che mai| se abbiano buona ragione i nc-mici'deijpapi di vantarsi di quell'ira dantesca; la quale dannabile o no nelle espressioni| sorse in età| e si rivolse contro tali papi che fecero sì gran danno alla Santa Sede; ondeehò ella si vuol dire figlia anzi di buon zelo. Il rivolgere| poi| e generalizzare le espressioni di Dante da que' papi traslatori della Sedia nel 1300| ai Papi così diversi de' nostri tempi| che vedemmo martiri per non la voler trasferire| è tale ingiustizia o mala fede| da non meritar isdegno nè risposta.
I danni politici poi| venuti particolarmente all'Italia dalla traslazione| furono pure grandissimi. Già vedemmo scaduti i papi dal principato di parte guelfa| e sotten trarvi gli Angioini di Napoli| e gli altri reali di Francia. Dal misfatto d'Anagni in qua| tal principato| appena in-terrotto dal buono e breve regno di Benedetto XI| era diventato tirannia. E quindi pure nuova scusa all'ira di Dante contra que'Reali e loro Parte oramai straniera. Il papa stesso| gli stessi papi francesi e lor legati e cardinali| pur servendo a quella tirannia| sollevaronsi talora contro gli eccessi di essa| e facendo come Dante| si mostrarono di tempo in tempo quasi Ghibellini. Ciò è da tener bene a mente per intendere le vicende delle Parti duranti questi anni 1305|1306. Stavano per parte Bianca-Ghibellina Bologna| Pistoja| Pisa ed Arezzo. Firenze Guelfa-. Nera stava contro a tutti all'intorno; ed ajutata da Lucca sola| nonché difendersi| offendeva. Addì 26 maggio 1805| l'esercito fiorentino| guidato da Roberto duca di Calabria| rimasto dopo la morte di Carlo Martello primogenito del re di Napoli | mosse coutra Pistoja| nido de'fuoruscili Bianchi| capitanati dal prode e perdurante Tolosato degli liberti. I Lucchesi vennervi a campo da un altro lato. L'assedio si stabilì. A settembre| due legati del nuovo papa vennero da pacieri ad inibirlo. Il duca di Calabria obbedì| e lasciollo ; i Fiorentini e Lucchesi non dieron retta. L'assedio incrudelì. A chi usciva dalla terra| se uomo| era tagliato il piede; se donna| il naso. Intanto a Bologna furono cacciati i Bianchi e Ghibellini| e la città Vita diDante 18
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