Vita di Dante Alighieri di Cesare Balbo
278 libro secondoc de' modi di Dante ; ma tra le altre cose che più mi piacque di riservare nella memoria| fu ciò ch'esso ragionava intorno a quello di che noi siamo al presente in parole. Diceva adunque che essendo Dante della setta di messer Vieri de'Cerchi ed in quella quasi uno dei maggiori caporali| avvenne che partendosi messer Vieri di Firenze con molti degli altri suoi seguaci| esso medesimo si partì e andossene a Verona. Appresso la qual partita| per sollecitudine della setta contraria| messer Vieri e ciascun altro che partito s'era| e massimamente de' principali della setta| furono condennati| siccome ribelli| nell'avere e nella persona; e tra questi lu Dante : per la qual cosa seguì che alle case di tutti fu corso a romore di popolo| e fu rubato ciò che dentro vi si trovò. È vero che| temendosi questo| la donna di Dante| la quale fu chiamata Madonna Gemma| per consiglio d'alcuni amici e parenti| avea fatti trarre della casa alcuni forzieri con certe cose piti care| e con iscritture di Dante| e fattili porre in salvo luogo| Ed oltre a questo| non essendo bastato aver le case rubate| similmente i parziali più possenti occuparono chi una possessione e chi un'altra di que' condennati ; e così furono occupate quelle di Dante. Ma poi passati ben cinque anni o più| essendo la città venuta a più convenevole reggimento che quello non era quando Dante fu conden nato| dice| le persone cominciarono a domandare loro ragioni| chi con un titolo e chi con un altro| sopra i beni stati dei ribelli| ed erano uditi. Perchè fu consigliata la donna ch'ella| almeno con le ragioni delle doti sue| dovesse de' beni di Dante raddomandare. Alla qual cosa disponendosi ella| le furon di bisogno certi strumenti e scritture| le quali erano in alcuno de' forzieri ; li quali ella| in sulla furia del mutamento delle coso aveva fatti fuggire| nè poi mai gli aveva fatti muovere dal luogo dove deposti gli aveva. Per la qual cosa| diceva quest'Andrea| ch'essa aveva fatto chiamare lui| siccome nepote di Dante; e fidategli le chiavi de' forzieri| l'aveva mandato con un procuratore a dover recare delle scritture opportune; delle quali mentre il procuratore cercava| dice| che avendovi più altre scritture di Dante| tra
b.
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