Vita di Dante Alighieri di Cesare Balbo

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      capo iv — 1306-1308 2"/$
      esse trovò piti sonetti e canzoni e simili cose. Ma tra l'altre che piìi gli piacquero| fu un quadernetto nel quale di manò di Dante erano scritti i precedenti sette canti ; e però presolo e recatosenelo| ed una volta e l'altra rilettolo| quantunque poco ne intendesse| pur diceva gli parevano bellissima cosa ; e però deliberò doverli portare| per sapere quello che fossero| ad un valente huomo della nostra città| il quale in quelli tempi.era famosissimo dicitore in rima| il cui nome fu Dino di messer Lambertuccio Frescobaldi. Il qual Dino| essendogli maravigliosamente piaciuti| c avendone a piti suoi amici fatta copia| conoscendo l'opera piuttosto iniziata che compiuta| pensò che fossero da dovere rimandare a Dante| e di pregarlo che| seguitando il suo proponimento| vi desse fine: ed avendo investigato e trovato| che Dante era in quei tempi in Lunigiana con uno nobile huomo de'Malaspini| chiamato il marchese Mo-rocllo| il quale era huomo intendente ed in singularità suo amico| pensò di non mandarli a Dante ma al marchese| che glieli mostrasse; e così fece| pregandolo che in quanto potesse| desse opera Che Dante continuasse l'impresa| e| se potesse| la finisse. Pervenuti adunque li sette canti predetti alle mani del marchese| ed essendogli maravigliosamente piaciuti| li mosto a Dante; ed avendo avuto da lui che sua opera erano| il pregò gli piacesse di continuare la impresa. Al quale dicono che Dante riprese : io estimava veramente che questi| con altre mie cose e scritture assai| fossero nel tempo che rubata mi fu la casa| perduti; e però del tutto n'avea l'animo e 7 pensiero levato. Ma poiT chè a J)io è piaciuto che perduti non sieno| ed hammcglì rimandati innanzi| io adopererò ciò ch'io potrò di segui-tare la bisogna secondo la mia clisposizion prima. E quinci rientrato iiel pensiero antico| e riassumendo l'intralasciata opera| disse in questo principio del canto ottavo: l'dico seguitando| alle cose lungamente intralasciate. Ora-questa istoria medesima puntualmente| quasi sanza alcuna cosa mutarne| mi raccontò già un ser Dino Perini| nostro cittadino ed intendente huomo| e| secondo che esso diceva| stato quanto esser piìi si potesse famigliare ed amico di


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Vita di Dante Alighieri
di Cesare Balbo
Utet Torino
1857 pagine 474

   

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