Vita di Dante Alighieri di Cesare Balbo

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      280 libro seconeoDante: ma intanto muta il fatto| che esso diceva| non Andrea Leoni| via esso medesimo essere stato lui il yuale la donna avea mandalo a' forzieri per le scritture| e che avea trovati questi sette canti| e portatili a Dino di messer Lambertuccio. ISon so a quale io mi debba piti fede prestare; ma qual che di questi due si dica il vero o no| m'occorre nelle parole loro un dubbio| il quale io non posso in maniera alcuna solvere che mi soddisfaccia; ed il dubbio c questo. Introduce nel sesto canto l'autore Ciacco e fagli predire :.come| avanti che il terzo anno dal dì ch'egli dice finisca| conviene che caggia dallo stato suo la setta della quale era Dante; il che così avvenne. Perciocché| come detto è| il perdere lo stato la setta Bianca| ed il partirsi di Firenze| fu tutto uno; e però| se l'autore si partì all'ora premostrata| come poteva egli avere scritto questo? e non solamente questo| ma un canto più? » (1). Alla quale sola difficoltà (imperciocché non ne la un'altra il doppio vanto che si davano il Poggi ed il Perini| avendo potuto essere mandati amendue insieme| o l'uno dopo l'altro ai forzieri)| già è risposto per noi| che teniamo questi canti trovati essere stati i latini ; e non tradotti parola per parola| chè.ciò noi consente di niun modo la natura| l'ingegno| il genio di Dante; ma liberamente rivolti in volgare| e in tal rivolgerli mutati ed accresciuti. E certo vedremo poi che non il solo episodio di Ciacco| ma tutta l'allegoria del Poema ne' primi canti non può essere stata scritta prima dell'esilio| in Firenze.
      Adunque ai Malaspina| e particolarmente a Moroello| dovette Dante e que' conforti che non sono inutili nemmeno ai più spontanei scrittori| a riprendere tutto il Poema| e il rifugio in che scrisse| forse tutta| certo gran parte della prima cantica dell'Inferno. E perchè ad uomo che scriva| niun benefizio maggiore si può fare che dargli tal pace confortatrice| Dante si mostrò grato
      (1) Comra. al cap. vin| ediz. fior. 1724| toni| vi| pp. 66-09; che si confronti colla Vita| al tom. iv della medesima ediz.| pp. 47| 48| ovvero p. 87 dcll'ediz. da noi citata. 11 quale squarcio concorda tanto con quella del commento| che il recarlo sarebbe stata inutile ripetizione.


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Vita di Dante Alighieri
di Cesare Balbo
Utet Torino
1857 pagine 474

   

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