Vita di Dante Alighieri di Cesare Balbo
capo ti — 1306-1308 mparole moderate| e quasi ammiratrici| trovasi rammentalo nella feroce predizione di quel fatto gettata a Dante in Inferno dal ladro Vanni Fucci| furioso d'essere stato veduto e riconosciuto :
Ma perchè di tal vista tu non godi| Se mai sarai di fuor de' luoghi bui. Apri gli orecchi al mio annunzio| ed odi: Pistoia in pria di Neri si dimagra ; Poi Firenze rinnova genti e modi| l'ragge Marte vapor di Valdimagra| Ch'è di torbidi nuvoli involuto| E con tempesta impetuosa ed agra Sopra campo Picen fia combattuto; Ond'ei repente spezzerà la nebbia| Si ch'ogni Bianco ne sarà feruto. E detto l'ho perchè doler ten debbia.
Inf. xxiv| 140-151.
Finalmente| era questo Moroello lo zio| il vapor di Valdimagra| marito da parecchi anni di Alagia de' Fiesehi di Genova; una schiatta che avea dati alla Chiesa due papi| l'ultimo dei grandi Innocenzo IV| e poi Adriano V| seduto pochi mesi del 1200. Dante| nemico de'papi| de' quali ninno grande introduce mai nelle tre cantiche| introduce Adriano nel cerchio degli avari nel Purgatorio; e con esso conversando non brevemente| ma più moderatamente che al solito| è da lui congedato così :
Vattene ornai; non vo'che più t'arresti; Che la tua stanza mio pianger disagia| Col qual maturo ciò che tu dicesti. Nipote ho io di làch'ha nome Alagia| Buona da sè| pur che la nostra casa Non faccia lei per esempio malvagia; E questa sola in'è di là rimasa.
Purg. xix| 139-145.
La qual menzione non necessaria là| ma evidentemente cercata ad onore| non può non far pensare che anche con questa marchesa Malaspina| e forse collo stesso marito di
| |
Dante Inferno Vanni Fucci Pistoia Neri Poi Firenze Marte Valdimagra Picen Ond Bianco Moroello Valdimagra Alagia Fiesehi Genova Chiesa Innocenzo IV Adriano V Adriano Purgatorio Alagia Buona Malaspina Dante Nipote
|