Vita di Dante Alighieri di Cesare Balbo

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      288 libro secondoterra : le quali case dal popolo furono incontanente rubate e disfatte ; et messer Corso et suoi| perseguiti per alquanti cittadini a cavallo| c Catalani mandati in prova che il pi-gliassono. Et per Boccaccio Cavicciuli fu giunto Gherardo Bordoni| il quale era stato et era della setta di messere Corso ; et in uno picciolo fiumicello| ch'è nel piano di San Salvi| chiamato Affrico| l'uccise; et morto gli tagliò la mano| et recolla nel corso delli Adimari| et conficcolla nell'uscio di messere Tedice degli Adimari| per nimistà havuta con loro. Et messer Corso| tutto solo andandosene| fu giunto et preso di sopra alla villa detta Ravezzano da certi Catalani a cavallo; et menandolne preso a Firenze| come fu di costa a San Salvi| pregando quelli che '1 menavano| et promettendo loro molta moneta se lo scampassono| et i detti volendolne pur menare| siccom' era loro imposto da'Signori di Firenze| messere Corso temendo di venire alle mani de'suoi nemici et d'essere giustitiato dal popolo| essendo compreso forte di gotte nelle mani et ne'piedi| si lasciò cadere da cavallo. I detti Catalani veggendolo in tèrra| l'uno di loro li diede d'una lancia nella gola uno colpo mortale; lasciollo per morto; i monaci del detto monistero il ne portarono nella detta badia di San Salvi : et dissesi che| innanzi che morisse| si rimise nelle mani di loro in luogo di penitenza; et altri dissono che'1 trovarono morto : et l'altra mattina appresso fu seppellito con picciolo honore nella detta badìa| et poca gente vi fu| per tema del Comune. Questo messere Corso fu il più savio| il più valente cavaliere| e il più bello parlatore| et meglio pratico| et di maggiore nominanza di grande ardire et d'imprese| che al suo tempo fosse in Italia. Fu bello della persona et di gratioso aspetto; ma molto fu mondano| et in suo tempo fece lare in Firenze molte commutazioni e scandali per avere stato et signoria : et però abbiamo fatto della sua fine sì lunga mentione| però che fu grande novità alla nostra città| et seguironne molte cose appresso| come per l'intendenti si potrà comprendere; et acciochè sia esemplo a quelli che hanno a yenire ». 11 dì 15 settembre del 1308 fu il giorno della


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Vita di Dante Alighieri
di Cesare Balbo
Utet Torino
1857 pagine 474

   

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