Vita di Dante Alighieri di Cesare Balbo

Pagina (300/470)

   

pagina


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina  Immagine

      capo vii —1306-1308 303
      Dante. E non che scemarne| se n'accrescono le bellezze di tutto il Poema.
      Siccome poi Beatrice è a un tempo Beatrice e questa cognizione o beatitudine in Dio (imperciocché il nome stesso di sua donna dovette ajutar Dante a tutte queste trasformazioni od esaltazioni di lei)| così poi il Virgilio del Poema| certo è prima Virgilio vero e quindi la poesia; e il sole è sole e scienza teologica| e via via. E tutto il Poema| dal principio al fine| ò pieno di tali allegorie| quasi tutte belle| alcune mediocri| alcune (concediamolo pure) inutili| intralciate| oscure e cattive. Ma è delle bellissime| senza dubbio| tutta quella prima o massima del Poema| od anzi quel complesso d'allegorie troppo mal intese sovente| per non averle volute intendere polisensamente| ed in relazione alla vita dello scrittore; e che intese cosi| secondo la mente e la natura dell'autore| sono anzi introduzione| prefazione opportuuissima e necessaria ad un'opera di cui esso scrittore si fa protagonista; sono sunto| rassegna| storia retrospettiva di tutta la vita intellettuale di esso. Questo modo di far se stesso protagonista della propria poesia| è superbo senza dubbio| nò perdonasi se non ai sommi| e per le bellezze ch'ei ne facciano derivare. Ma perdonatolo a Dante ( e si perdona anche a Byron e Lamartine e tanti altri)| era conveniente che| prima d'incominciare| ei dicesse della sua vita anteriore| dell'occasione della sua visione; e conve-nientissimo che| come fecer quegli altri poi| non direttamente ma nell'ombra| e sotto il velo delle allegorie ei ne dicesse.
      Adunque| dice Dante| che nel mezzo di sua vita| ai 35 anni| quanti n'aveva appunto nell'aprile dell'anno del Giubileo 1300| ci si trovò per una selva oscura| selvaggia| ed aspra e forte; e questa| nel senso allegorico morale| certo è la selva de' vizii umani. Ma certo è pure Firenze| ch'ei chiama altrove trista selva| chiamando se stesso pianta di essa| e selva pure altrove il regno di Francia : ondechò vedesi che se/m in generale ci chiamava il mondo di quaggiù| i regui| le città; e selva selvaggia Firenze|


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina  Immagine

   

Vita di Dante Alighieri
di Cesare Balbo
Utet Torino
1857 pagine 474

   

Pagina (300/470)






Poema Beatrice Beatrice Dio Dante Virgilio Poema Virgilio Poema Poema Dante Byron Lamartine Dante Giubileo Firenze Francia Firenze