Vita di Dante Alighieri di Cesare Balbo
-sti LIBRO SECONDOcome è chiamato dal Poeta| di precipitar costì ed esservi tormentate le loro anime| mentre restano i loro corpi sulla terra| dove| animati da un diavolo| pajon vivi. E qui sono così un frate Alberico da Faenza| e ser Branca d'Oria Genovese| vivi ancora| ma con tal amarissimo artifizio introdotti giù in inferno dal peggio che mai satirizzante poeta (1). E finalmente| giunge egli alla Giu-decca| quarta ed ultima zona del nono ed ultimo cerchio; in mezzo alla quale sono tre massimi traditori (e nota qui il giudicio e la comparazione ghibellina)| Bruto| Cassio e Giuda| tutti e tre maciullati nelle tre bocche delle tre faccie del demonio massimo Dite| o Belzebù. Alato questo| l'ali sue sterminate fanno| sventolando| il gelo di Coeito| o palude di tutto il cerchio. Egli stesso| il gran demonio| fittovi addentro| ha la metà del corpo immane nel nostro emisfero| l'altra nell'opposto (2). E per li peli smisurati scende Virgilio con Dante avvinghiatogli al collo; e giunti al mezzo del corpo| e così al centro della terra| Virgilio si volge sotto su| e risale con Dante| prima su per le gambe del mostro| e poi per un foro o caverna dell'altro emisfero| finche giungono a rivedere le stelle| un giorno dopo la loro entrata per la porta eterna (3).
Tale è la lunga trama| lo scheletro della prima Cantica ; scheletro| dico| spolpato di quanto gli dà vita| e nudato de' suoi mirabili ornamenti ; ond'io me ne scuso a Dante ed agli ammiratori di lui. Che| quantunque grande e tutto proprio sia il merito del concetto generale| di gran lunga maggiore è quello dell'esecuzione. Ne' particolari della quale chi s'addentri| intenderà da sè| e perchè l'autore voglioso di adoprar tutte le figure| tutti gli stili| abbia chiamata Commedia l'opera sua; e come queste
(1) Canto xxxin.
(2) Chi sia curioso di trovare quest'idea di Lucifero rinchiuso nel seno della terra| propugnata recentemente come realità| cerchi nell'opera Phi-losophie calholique de l'hisloire Inlroduction renfermant Chistoire de la créalion| par A. Guiraud de FAcademie francaise. Paris| 1839; passim| e pag. 1U principalmente.
(3) Canto xxxiv.
ti.
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