Vita di Dante Alighieri di Cesare Balbo
-sti libro secondoquando ciò scriveva| egli era fresco della morte dell'ultimo| e sperava nel successore. Dante| imprecator di tante città nell'Inferno| si fa qui imprecator di tutta Italia. E prima| troppo giustamente le rimprovera le divisioni ; ma poi appone queste al non esservi discesi i due imperatori : il che quanto sia vero| ne giudichi ognuno dalla storia di quelle divisioni| e dopo| fino alla distruzione dell'imperio. Ad ogni modo| Dante e Virgilio incontrano nel Purgatorio Sordello| il trovator mantovano; e Virgilio richiesto di sua patria| appena incomincia a dir Mantova| che Sordello| senza aspettar di saper meglio chi sia| l'abbraccia come concittadino. Ed allora prorompe egli Dante:
' Ahi serva Italia| di dolore ostello|
Nave senza nocchiero in gran tempesta| Non donna di provincia| ma bordello :
Quell'anima gentil fu così presta Sol per lo dolce suon della sua terra| Di fare al cittadin suo quivi festa;
Ed ora in te non stanno senza guerra Li vivi tuoi; e l'un l'altro si rode Di que' ch'un muro ed una fossa serra.
Cerca| misera| intorno dalle prode Le tuo marine| e poi ti guarda in seno S'alcuna parte in te di pace gode.
Che vai perchè ti racconciasse il freno Giustiniano| se la sella è vóta? Sanz'esso fòra la vergogna meno.
Ahi gente che dovresti esser divota E lasciar seder Cesare in la sella| Se ben intendi ciò che Dio ti nota!
Guarda com'esta fiera è fatta fella. Per non esser corretta dagli sproni| Poi che ponesti mano alla predella.
O Alberto tedesco| ch'abbandoni Costei ch'ò fatta indomita e selvaggia (1)| E dovresti inforcar li suoi arcioni|
(1) Nota come Dante ponga sempre questo epiteto in senso di rozza| opposta a civiltà. — Ma era ella pure urta reminiscenza contro la parte selvaggia da lui abbandonata ?
ti.
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