Vita di Dante Alighieri di Cesare Balbo
capo ix — 1308-1311 335
tenerla durante suo viaggio a Roma| deliberò il re prendere staticlii guelfi e ghibellini| venticinque d'ogni parte nominati dalla parte contraria| e far un vicario generale di Lombardia| che fu il conte di Savoja. Nacquero dispute da quelle elezioni| e difficoltà per levare le paghe del vicario generale ; e vennero in sospetto a un tempo i Visconti capi do'Ghibellini| ei Torriani capi de'Guelfi in Milano. Ma purgatisi quelli| e rivoltosi tutto il sospetto contro questi| furono assaliti e cacciati della città| ove avevano sovente signoreggiato nel secolo precedente| per non tornarvi più mai ; e succedendo loro i Visconti nella potenza oramai indispntata e costantemente ghibellina| questa fu la più durevole mutazione che seguisse dal viaggio d'Arrigo. Intanto ella gli sollevò contro le città lombarde più guelfe (1). Sollevaronsi| cacciando vicarii e ripatriati| Cremona| Brescia e Crema. Lodi cacciò solamente i Ghibellini| ritenendo il vicario (2). Allora fu forza sostare in Lombardia; e| perchè Milano era interdetta| celebrando in Pavia la Pasqua del 1311 adì 11 aprile| disposesiil nuovo incoronato re d'andar contro alle città ribellate| Brescia principalmente. Ma allora fu un grande gridare di tutti i Ghibellini e fuorusciti toscani che l'aspettavano in questa provincia ; e di pochi giorni dopo| addì 16| troviamo una nuova lettera di Dante| che lo dimostra già tornato in Toscana| dopo avere| dove che si fosse| salutato anch'esso il buon Imperadore| speranza ultima| quasi nuovo Messia| d'ogni fuoruscito.
(1) Murat.| Ann. 1311.
(2) Ep. Butrint. 890-898.
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