Vita di Dante Alighieri di Cesare Balbo
348 libro Secondola balia. Ma fu il paragone anche più compiuto che non credette il poeta. Slattata era l'Italia compiutamente dagli imperadori| nè fu disposta a meglio riceverli mai più. Quando| due secoli dopo| Carlo V e i successori ebbero gran potenza in Italia| ei l'ebbero meno come imperadori che come principi di Stati potenti addentro ed a cavaliere della nostra penisola.
Altro tributo poi della venerazione di Dante ad Arrigo doveva essere il libro ch'egli aveva allora incominciato e intendeva a lui dedicare| della Monarchia. Non finito alla morte d'Arrigo| dedicollo poscia a Lodovico il Bavaro| uno dei due che| dopo quattordici mesi d'interregno| furono eletti a succedere| essendo l'altro Federigo austriaco figliuolo d'Alberto. Ma perchè questo libro dovette essere inoltrato a questo tempo| e ad ogni modo si riferisce a' pensieri di Dante in esso| dai quali pur vorremmo trarci quanto prima| perciò noi ne parleremo qui| e| come facemmo dell'altre opere minori| brevemente.
capo xi.
La monarchia.
(1314 incirca)
E sotto l'ombra delle sacre penne| Governò il mondo lì dì mano in mano.
Parad. vi.
Io vorrei che mi fosse possibile di metter qui intiero l'opuscolo della Monarchia| e che i miei leggitori avessero la pazienza di leggerlo ; chè non avrei certo mestieri d'altro a dimostrare e le strane aberrazioni dello spirito ghibellino| e come un altissimo ingegno possa essere da un falso assunto precipitato'| e come precipitando Dante pur fosse trattenuto o dalla nativa moderazione| od anche più dagli antichi pensieri| dagli abiti giovanili| e quasi dal
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