Vita di Dante Alighieri di Cesare Balbo
-sti libro secondodall'avvocatura della Chiesa e dell'Imperio conferita da Adriano papa a Carlomagno (1). Quindi passa alle prove positive| che l'imperio esisteva prima della Chiesa (2) ; che la Chiesa non ha virtù d'autorizzare l'Imperio| riè da Dio| nò da sò| nò dagli uomini tutti| nò da più potenti fra essi (3) ; e che tal virtù è contraria alla virtù della Chiesa (4). Ondechè conchiude| che non dipendendo l'Imperio dal Vicario di Dio| ed a forfiori da nessun altro| egli dipende immediatamente da Dio. Ma finisce con queste parole : « La qual verità dell'ultima questione non si dee tuttavia così strettamente prendere| ohe il principe romano non sottostia in alcun che al romano pontefice-| essendo questa mortai felicità in certo modo ordinata per la felicità immortale. Usi dunque Cesare verso Pietro di quella riverenza che usar debbe un figliuolo primogenito al padre; affinchè illuminato della luce della paterna grazia| più virtuosamente irraggi l'orbe della terra. Al quale da colui solo è preposto| che è governatore di tutte le cose spirituali e temporali ».
Questa terza parte dell'opuscolo di Dante| che entra nella gran disputa della supremazia delle due potenze temporale e spirituale| è quella che trasse| come vedremo| la condanna non solo pronunziata contro il libro | ma pur tentata contra la memoria e le ossa di Dante; e più tardi poi| su questo libro e sulla lettera ad Arrigo| nuove censure ecclesiastiche. Forse una proposizione (5) contro i deeretalisti| che sembra dirigersi contro la tradizione in generale| parve anche più pericolosa. Mail nostro assunto è più delle evidenti eresie politiche di Dante| che non di quelle religiose di esso. Le quali poi| qualunque abbiano potuto sfuggirgli| gioverà rinnovar qui| rinforzate dai testi stessi della Monarchia| le proteste nostre contro quei tentativi di far Dante quasi precursore de' riformatori che straziarono l'unità cattolica nei due secoli seguenti ; Dante|
(1) § 11| p. lxxii. <4j 114| p. lxxix.
(2)g 12| p. lxxvi. (5) Pag. lyiii.
(3) § 13| p. lxxvui.
ti.
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