Vita di Dante Alighieri di Cesare Balbo
capo xii —1313-1314 967
forse| da quanto siamo por vedere| è più probabilità per Uguccione (1). Ma forse non era determinato nemmeno nella mente di Datile| il quale volle far qui non più die una minaccia indistinta. E ad ogni modo| non importa a noi| se non per notare quai fosse l'animo di Dante in questi ultimi infelici canti del Purgatorio. L'animo di nuovo ab-bujato (forse dalla composizione della Monurchia) produsse in-lui questi abbuiamenti d'immagini| di stile| di parole| e di lettere stravolte. E condanniamone pur Dante qui; ma non facciamo come tale elio con siffatti guazzabugli volle spiegare e deturpò intiero il Poema divino. Di nuovo e di nuovo| difendiamo Dante dalle guastatore altrui.
capo xiii.
Fortuna| caduta d'Uguccione. Can Grande della Scala| Dante in corte a questo. Persona e costumi di Dante.
(novembre 131-1-1318)
O insensata cura de'mortali| Quanto son difettivi sillogismi Quei che ti fanno in basso batter l'ali! Chi dietro a' jura e chi ad aforismi Sen giva| e chi seguendo sacerdozio|-E chi regnar per forza é per sofismi; E chi rubare| e chi civil negozio ;
Chi nel diletto della carne involto • S'affaticava| e chi si dava all'ozio : Quand'io da tutte queste cose sciolto| Con Beatrice m'era suso in cielo Cotanto gloriosamente accolto.
Parad. xi.
Uguccione della Faggiola| signore di Pisa e Lucca| si apparecchiava alla maggiore delle imprese per un capo ghibellino| quella contra Firenze. E sì| che costui| già dall'autor del Veltro dimostrato importante alla vita di Dante|
(1) Veltro| pp. 142-144.
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