Vita di Dante Alighieri di Cesare Balbo
370 libro secondointenzione| se il prenze et sua hoste non si dilungassero| di vallieare et d'andarsene a Pisa; et se 'l volessono contrastare| d'bavere il vantaggio del campo| et di prendere alla ventura la battaglia» (1). Veduto ciò al mattino da'Fio-; rentini e dal lor mal avventurato capitano| al lor infermo di quartana| e volendo impedir la ritirata d'Uguccione| stendarono anch'essi lor campo| o senz'ordine di schiera affrontarono i nemici| credendo ciò bastasse a farli dare in volta. Ma furono di tanto ingannati| che anzi Uguccione incominciò egli la battaglia| e fece investire i Fiorentini a guardia dello spianato| dal proprio figliuolo e da Gianni Giacotti Malespini| fuoruscito di Firenze| col pennone imperiale| a capo di cencinquanta cavalieri. Ruppero questi quelle prime guardie; ma giunti alla schiera di messer Piero che era colla cavalleria fiorentina| ne furono rotti essi| e vi|rimasero morti i due capi ed abbattuto il pennone imperiale. Allora Uguccione fece avanzare la schiera de' Tedeschi che erano da ottocènto cavalieri e più ; i quali rabbiosamente assalendo i nemici non bene schierati nè compiutamente armati| miserli in fuga facilmente quasi-tutti| e con più difficoltà| ma pur alla fine anche i cavalieri fiorentini. Vi morì messer Piero| il fratello del re di Puglia| nè fu trovato il corpo di lui; e morironvi l'altro Angioino| Carlo figliuolo del principe di Taranto| ed altri grandi guerrieri di tutte le città della lega fiorentina| e di quasi tutte leease grandi e popolane di Firenze. Duemila morti e cencinquanta- prigioni furono in tutto| secondo il Villani. Fuggì il principe di Taranto co'restanti. Monte Catini| e poi Monte Sommano s'arrendettero ad Uguccione (2). Volterra ed altre città mandarono a largii obbedienza. Ludovico il Bavaro| uno dei due imperadori eletti| gli mandò privilegi e donazioni di Stati ne' luoghi vicini al campo di battaglia| e in quelli del suo nativo Montefeltro di Massa Tribatia| di Borgo San Sepolcro tenuto da suo figlio| c di Castiglione Aretino. I Guelfi erano caduti di cuore| e resta una canzone di lor lamenti. Uguc-
(1) Villani| p. 477.
(2) Villani| pp. 477 e 478.
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