Vita di Dante Alighieri di Cesare Balbo
378 LIBRO SECONDOse non ciò : che quando si procederà ascendendo di cielo in cielo| allora si reciterà delle anime beate trovatevi e di ogni sfera| e che quella vera beatitudine consiste nel principio di quella sentenza della verità che si trova in san Giovanni| Questa è la vita eterna| il conoscere te Dio vero ; e per Boezio| nel 111 della Consolazione| Te cernere finis. Ond'è che a mostrare la gloria della beatitudine in quelle anime| da esse come veggenti ogni verità| molte cose si domanderanno| le quali hanno grande utilità e diletto. E perchè trovato il principio o primordio| cioè Dio| altro non è da cercare ulteriormente| essendo egli a ed w| cioè principio e fine| siccome è dimostrato nella visione di san Giovanni| si termina il trattato in esso Dio| che sia benedetto ne'secoli dei secoli» (1).
Quindi apparisce chiaramente che già venuto| anzi stanziato Dante in Verona| e già sperimentate le prime beneficenze di Can Grande| ei gli volle dedicare il Paradiso; e che ciò facendo| non tutto| anzi nemmeno gran parte di esso non gli mandò colla dedica| ma solo il primo canto| o poco più. E quindi viene naturalmente spiegato ciò che dice il Boccaccio: « Egli era suo costume| qualora Sei o otto canti fatti ne aveva| quelli| prima che alcun altro li vedesse| dove ch'egli fusse; mandare a messer Cane della Scaia| il quale egli oltre ad ogni altro aveva in reverenza; e poiché da lui erano stati veduti| ne faceva copia a chi la voleva. E in cosi fatta maniera avendoglieli tutti| fuorché gli ultimi tredici canti| mandati ; e quelli avendo fatti e non ancora mandatigli| avvenne ch'egli| senza avere alcuna memoria di lasciarli| morì » (2).
Veramente il Boccaccio descrivendo siffatto modo di pubblicazione| accenna al Poema intiero; ma dicendo poche pagine appresso di quella dedica delle tre cantiche ai tre| Uguccione| Moroello Malaspina c Federigo di Sicilia| ed aggiungendo « alcuni vogliono dire lui averlo titolato
(1) Vedi questa lettera nelle Opere di Dante| Venez. 1758| tom. iv| parte i| p. 400| e meglio corretta in Witte| Dantis epistolae| p. 73.
(2) Bocc.| Vita| p. 88.
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