Vita di Dante Alighieri di Cesare Balbo
400 libro secoloDante di nuovo mutata parte per quest'occasione. Troppa mutazione fece egli una volta; non esageriamo quella| nè apponiamone altre. Bensì forse la innata moderazione tornò in lui| come succede| con gli anni e i disinganni. E forse poterono a ciò contribuire le scortesie della corte ghibellina dello Scaligero| eie cortesie della guelfa del Torriano| piegando all'une e all'altre talora anche gli animi più tetragoni.
Perchè poi| come lo studio della storia conduce a moderazione| così la moderazione alla storia| molto probabile sembra la congettura dell'autor del Veltro (1)| che in Udine| alla corte del Torriano| e per istigazione di lui (noto confortatore delle storie| eleganti per quell'età| di Albertino Mussato)| scrivesse Dante la storia delle due parti guelfa e ghibellina. Della quale| non pur ci è serbata memoria dal Filelfo| ma ci è dato il principio così : « Dovendo de'fatti nostri favellare| molto debbo dubitare di non dir con pre-sumptione| o mal chompositamente cosa alcuna| etc. » (2). Gran danno certamente la perdila di tale storia| una delle più belle che si possano fare fra le speciali nostre| e che avremmo avuta così da un contemporaneo ed un Dante. Ma non fu opera del tutto perduta| se maturossi| com'è a credere| in tal fatica salutare| la grande anima di Dante| appressantesi al fine di sua dimora terrena.
CAPO XV.
II Paradiso.
(1320 incirca )
La gloria di colui che tutto muove.
Parad i.
L'ultima Cantica| terminata intorno a questi tempi da Dante| e di che perciò prendiamo quia dar una idea| è tra
(1) Pag. 111. 2( Pelli| p. 198.
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