Vita di Dante Alighieri di Cesare Balbo
420 LIBRO SECONDODel resto| un'altra tradizione o novella è rimasta del soggiorno di Dante in Ravenna (1). Narra Franco Sacchetti d'un Genovese di persona piccola e sparutissimo | innamorato| ma non amato; il quale| dice| venne a Ravenna e cercò di trovarsi a un convito con Dante| per averne consiglio; ed essendo a mensa assai di presso l'un dell'altro| il Genovese disse: a Messer Dante| Io lio inteso assai della vostra virtù| e della fama che di voi corre. Potr'io avere ùlcun consiglio da voi? Disse Dante : Purché io ve lo sappia dare. Allora il Genovese dice : io ho amato e amo una donna con tutta quella fede che amore vuole che s'ami ; e giammai da lei non che amore mi sia stato conceduto| ma solo d'uno sguardo mai non mi fece contento. Udendo Dante costui| e veggendo la sua sparuta vista| disse: Méssere| io farei volentieri ogni cosa che vi piacesse; e di quello che al presente mi domandate| non ci veggio altro che un modo. E questo è| che voi sapete che le donne gravide hanno sempre vaghezza di cose strane. E però converrebbe | che questa donna che cotanto amate| ingravidasse. Essendo gravida| come spesso interviene ch'elle hanno vizio di cose nuove| così potrebbe intervenire
ch'ella avrà vizio di voi.....Riconobbesi il Genovese; econoscendo Dante per quello ch'egli era| meglio che non avea conosciuto se...|più dì stette in casa sua| pigliando grandissima dimestichezza per tutti li tempi che vis-sono » (2). Vera| o no| la tradizione| ci mostra almeno Dante in diversa situazione alle mense di Ravenna| che non a quelle di Verona.
Ala oltre le compagnevoli brigate e i carteggi e l'egloghe| ad altre occupazioni attendeva Dante| di gran lunga
(1) Due altri aneddoti| l'uno di Dante in patria| l'altro di lui in Ravenna| sono riferiti nelle Facezie di diversi| aggiunte a quelle del Piovano Arlotto (Venezia 1595| fogli 77| 85) Ma| veri o no| abbiamo disprezzato già il primo come insulso| ed ora il secondo come sconcio. Nè mentoviamo quest'ultimo se non per rispondere a chi n'inferisce che Dante viveva a Ravenna scostumatamente| e cosi non religiosamente : chè pur troppo Dante era frale| fralissimo ; ma che il suo cadere anche tardo non s'oppone| anzi s'ac-corda col suo pentirsi continuo ed ultimo.
(1) Fr. Sacchetti| Nov.| toni| i| nov. 8.
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