Vita di Dante Alighieri di Cesare Balbo

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      426 libro secondoessi| interrotto negli studii| fuoruscito| errante| povero| forse mendico| 30I0| scherno di buffoni| trastullo di principi ; Dante non mai avvilitosi per nulla| non mai scartatosi dalla fede| non mai cessante fino all'ultimo di amare| di operare| di scrivere per sua donna| per sua patria| per suo Dio. Questo è grande esempio 1 Mutano i tempi| mutano le difficoltà ; ma quando fosser cresciute| che non ò vero| non muta la tempra degli animi umani| nè la grazia del cielo a sorreggerli. Erra chiunque opera; ma erra pure chi per timidità si trattiene : e questa gran differenza ci è tra gli uni e gli altri| che glferrori fatti per eccesso dagli operosi sono poi corretti da' posteri| e restai! buono e bello dell'opera loro ne' tesori della patria e della umanità; mentre degli oziosi| meno uomini che bruti| non resta nulla quaggiù. E certo| anche in cielo Colui che fin da principio impose il lavoro| e spiegò poi| che ogni uomo faccia fruttare il talento concedutogli| avrà special pietà| qualunque sia il frutto| di chi abbia faticato per obbedire a' suoi divini precetti $ a' grandi ingegni| la gloria nel tempo| ma ad ogni uomo di buona volontà la sempiterna. E questa grande| questa somma e già patria virtù dell'operosità| che tanto valse all'Italia| ognuno di noi la può almeno imitare da Dante; l'ingegno non s'imita| o male; ma imitar si possono sempre le virtù| e questa principalmente| che è poi madre di tutte l'altre. Ninno forse mai piti non darà alla patria un tesoro di gloria e di pensieri come Dante; ma aggiugniamo ognuno l'obolo nostro.
      Quanto poi alla gloria terrena| special premio riserbato a'grandi| veggiamo ciò che ne pensò egli| e ciò poscia che glie ne toccò.
      b.


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Vita di Dante Alighieri
di Cesare Balbo
Utet Torino
1857 pagine 474

   

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