Vita di Dante Alighieri di Cesare Balbo

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      capo xvii — 1321-1838 MIaltare| e il seppelliscono sotto i macigni. Un buon commento di Dante sarebbe cosa grande| è vero; ma non sovrumana| non' tale che non abbiano a bastarvi uno o due uomini studiosi di filologia e di storia| eruditi senza smania di mostrar sempre erudizione| fuggitori di dispute| com-pendiatori piti che dissertatori de' lavori altrui| e desiderosi in tutto di servire meno alle proprie gloriuzze| che non alla gloria Vera del loro autore| e per esso della patria. Certo| se noi facciamo noi| sarà fatto un dì o l'altro da uno di que' meravigliosi e coscienziosi Tedeschi| che a poco a poco usurpano a sè tutte le erudizioni nostre. E sia pure| quando almeno si accettassero da noi con gratitudine e profitto| invece di rigettarli con pigro disprezzo| i bene-fizii altrui. Protestiamo| almeno alcuni| contra eiò che Dante chiamerebbe selvaggio costume.
      Ma intanto| della cresciuta gloria di Dante congratuliamoci come di felice augurio colla nostra età| colla nostra patria. Ella ha molti altri grandi scrittori| anzi i piti grandi in ogni arte o scienza moderna; il più gran lirico d'amore| il più gran novellatore| il più grand'epico grave| il più grande giocóso| il più gran pittore| il più grande scultore| il primo d^ grandi fisici moderni e il maggior degli ultimi: Petrarca| Boccaccio| Tasso| Ariosto| Raffaello| Michelangelo| Galileo e Vòlta. Vogliam noi glorie| vanti| suprertiazié? Non ci è mestieri ire in cerca d'ignoti o negati. Tutti questi ee-ne daranno. Ma vogliamo noi ajuti? e non a ingégno| di che non abbiàm difetto| ma a virtù| se già così sia Che ne sentiam bisogno? Torniamo pure| abbandoniamoci all'onda che ci fa tornare al più virtuoso fra' nostri scrittori| a colui che è forse solo virilmente vir-' tuoso fra'nostri elassici. In lui l'amore non è languore|» ma tempra; in lui la fantasia meridionale non si disperde su oggetti quotidiarii| volgari od anche molli è vili| ma spazia tra'più alti naturali e soprannaturali; in lui ogni virtù è esaltata| i vizii patrii od anche proprii sono vituperati| e gli stessi errori suoi particolari sono talora occasioni di verità più universali; la patria città| la patria provincia e la patria italiana sono amate da lui senza strettob. w)Oglc


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Vita di Dante Alighieri
di Cesare Balbo
Utet Torino
1857 pagine 474

   

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