Vita di Dante Alighieri di Cesare Balbo
448 nota a pag. 253
Chè la diritta via era smarrita.
4 Ahi quanto a dir qual era è cosa duraQuesta selva selvaggia ed aspra e forte| Che nel pensier rinnova la paura !
7 Tanto è amara| che poco è più morie ; Ma per trattar del ben ch'ivi trovai| Dirò dell'altre cose ch'io v'ho scorte.
10 I' non so ben ridir com'io v'entrai ;
Tant'era pien di sonno in su quel punto| Che la verace via abbandonai.
la selva presente| delta selvaggia; ed al 93| loco selvaggio| nome della parte bianca che reggeva allora Firenze| e in che egli Dante era stato allora impigliato| ma che egli disprezzava e abbominava quando poi scrisse : e non resterà dubbio che selva| in particolare| è Firenze.— Qui dunque l'allegoria è polisensa| secondo Ja mente di Dante ; e se noi vogliamo raccogliere in una espressione i due sensi| diremo che è selva dei vizii fiorentini. Finalmente| se restasse la menoma dubbiezza| ella sarebbe tolta da Dante stesso. Nel Purg. xxiii. Forese| il compagno di Dante nella vita viziosa di Firenze| fa di tal vita la famosa descrizione dei versi 91-111; e subito Dante| rendendo conto di sè| dice ni quella vita mi volse Virgilio| l'altr'jer| la sera del plenilunio. Ond'è chiaro| che la selva di che il medesimo Virgilio l'avea tratto quel medesimo altr'jer| è una stessa cosa con quella vita viziosa fiorentina menata insieme dai due giovani dopo la morte di Beatrice lino alla morte di Forese nel 1293| e continuata poi da Dante fino al 1300 quando ne fu tratto da Virgilio. E non solo il seguito s'adatta a tale spiegazione| ma non s'adatta tutto se non a tale.
3. La diritta via è la via virtuosa| quella già seguita da Dante vivente Beatrice| smarrita poi nel decennio tra il 1292 e il 300 tra i vizii| i negozii e le parti fiorentine.
4-7. Espressione del rincrescimento con che Dame scrivente dopo la conversione| ricorda il tempo della propria vita viziosa e parteggiante.
10-12. Poetica descrizione del dolore| dello smarrimento in che rimase dopo la morte di Beatrice. Ricordinsi le descrizioni fattene in prosa| e co'particolari al fine della Vita Nova e nel Convito. E comparisi con quello che Beatrice dice di sua morte| e del perdersi allora di Dante ;
b.
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