Vita di Dante Alighieri di Cesare Balbo

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      37 Tempera dal principio del mattino|
      E '1 sol montava in su con quelle stelle Ch'erano con lui quando l'amor divino 40 Mosse da prima quello cose belle ;
      Si ch'a bene sperar m'era cagione Di quella fera la gaietta pelle| 43 L'ora del tempo e la dolce stagione ;
      Ma non sì| che paura non mi desse La vista che m'apparve d'un leone. 40 Questi parea clic contra me venesseCon la test'alla| e con rabbiosa fame| SI che parea che l'aer ne temesse ; 49 Ed una lupa| che di tutte brame
      Tutto ben pensato vengo a credere che la Lonza sia Invidia al senso morale e le parti fiorentine Bianca e Nera che Dino Villani dice figlie d'Invidia. Così s'adatta alla nota più giù ai v. 103| 111. — E l'allegoria è più simile a quella delle altre due fiere; tutte e tre figurano così vizi estrinseci a Dante. — E la corda del v. 106 vorrebbe dire allora che Dante pensò coli'arte| colla frode vincere quelle parti ma non vi riuscì.
      37-43. Intendi in prosa: Io era giovane sì| che mi lasciava allettare alle dolcezze e leggerezze e variabilità di tal vizio| onde sperava trarmi quando che sia. Se non che| ecc.
      45-48. Il leone| secondo l'antica interpretazione| significa la superbia; e secondo una nuova| Carlo di Valois| anzi tutti i Reali di Francia. A più| alto leon trasser lo vello| Paracl| vi| 108| dice Dante di Carlo II Angioino di Napoli. Noi| dunque| a quel modo che finora| diremo essere il leone la superbia| l'ambizione in generale de' Reali di Francia| e in particolare di Carlo di Valois| che apparve nel 1300| che diede nuova paura a Dante| che parea venisse contra lui| e che l'aer ne temesse| ed avea testa alta e rabbiosa fahe. — Sicut fremitus leonis| ita et regis ira (Proverb. xjx| 12);sicut rugitus leonis| ita et terror regis (Proverb. xx| 2).
      49. Ma si mettano insieme subito i seguenti fino al 60| poi il 76| e gli 88-111| dove continua a parlar della lupa. E 1°| non sarà dubbio il senso morale antico di essa per avarizia| datogli forse dal suo Boezio (Tommaséo| n. alla terz. 32). Lupo è detto Plutone| antico Dio| or demonio dell'avarizia (Inf. vii| 8); e Lupa l'avarizia nel Purg. ix| 10. E 2°| non è dubbio nemmeno il senso allegorico sto-


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Vita di Dante Alighieri
di Cesare Balbo
Utet Torino
1857 pagine 474

   

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