Vita di Dante Alighieri di Cesare Balbo
nota a pàg. 305
130 Ed io a lui : Poeta| i' ti richieggioPer quello Iddio che tu non conoscesti| Acciocch' io fugga questo malé e peggio| 133 Che tu mi meni là dov'or dicesti|
SI ch'io vegga la porta di san Pietro| E color che tu fai cotanto mesti. Allor si mosse| ed io li tenni dietro.
che dipende dalle coudizioni politiche del tempo. L'impe-radore imperava nelle città italiane | senza propriamente governare o reggere in esse; e cosi ei vuol dire| che Iddio altrove impera| ma in cielo governa più particolarmente| come in città propria.
134. La porta di San Pietro non è qui qùella del paradiso| ma quella di che al Purg. ìx| 76.
CANTO li.
1 Lo giorno se n'andava| e l'aere bruno Toglieva gli animai che sono in terra Dalle fatiche loro ; ed io sol uno
4 M'apparecchiava a sostener la guerra Sì del cammino e SI della pielate| Che ritrarrà la mente che non erra.
1 0 muse| ó alto 'ngegno| or m'aiutale : 0 mente che scrivesti ciò ch'io vidi| Qui si parrà la tua nobilitate. 10 Io cominciai: Poeta| che mi gnidi|
Guarda la mia virtù s'ell'é possente| Prima ch'all'alto passo tu mi fidi. 13 Tu dici che di Silvio lo parente|
Corrnltibile ancora| ad immortale Secolo andò| e fu sensibilmente : 16 Però se l'avversario d'ogni male
1. Comparando i versi 16-17 del canto i con questo| si scorge che un giorno intiero s'è passato nel canto ì| un giorno intiero nella selva dopo la notte della pietà. Questo giorno nella vita realo di Dante è dunque dal primo dolore della morte di Beatrice| .da'primi tentativi di sludii nel 1292| fino al 1300.
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