Vita di Dante Alighieri di Cesare Balbo

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      162 nota a pag. 305
      70 1' son Beatrice| che ti faccio andare : \'egno di loco| ove tornar disio : Amor mi mosse| che mi fa parlare. 73 Quando sarò dinanzi al Signor mie| Di te mi loderò sovente a lui. Tacette allora| e poi comincia1 io : 76 0 donna di virtù sola| per cuiL'umana specie eccede ogni contento Da quel ciel ch'ha minori i cerchi sui ; 79 Tanto m'aggrada 'l tuo comandamento| Che l'ubbidir| se già fosse| m'è tardi: Più non t'è d'uopo aprirmi 11 tiio talento. 82 Ma dimmi la cagion che non ti guardi
      Dello scender quaggiuso in questo centro| Dall'ampio loco ove tornar tu ardi?
      ne parla| e la fa parlare I E non sarebbe sua vera Beatrice! Ci è amore in ogni sillaba. — E sua favella del v. 57 non è il fiorentino| od altra lingua umana| come fu chiosato e disputato| ma la favella unica| diversa da tutte lraltre| della donna amata.
      76-78. Ed ecco qui| ed al verso 103| caratterizzata più che niun'altra la sola allegoria (se anche tal debba dirsi) adombrata sotto Beatrice. — Intendi bene prima| che contento è qui per contenuto ; ed il contenuto sotto il cielo minore o della luna| è ogni creatura terrena: ondechè qui dice Dante| che Beatrice è donna di virtù| signora fnon figura) della sola virtù per cui l'uomo supera ogni creatura quaggiù| cioè la cognizione di Dio; lo che ei ripete in altre parole al Verso 103| dicendola loda di dio vera; e nel-l'Inf. x| 131| dicendola quella il cui bell'occhio tutto vede. — Così facendo Dante| non trasformava sua donna altrimenti che tanti altri poeti ed amatori. — Così facendo J)aqte| non trasmutava freddamente sua 4onn^ in teologia; ed aveva lei motrice alla cognizione di tutto il secolo immortale| lei guida a tutte le beate genti| a tutti i cieli| non a quello solo del sole ov'è confinala la teologia| -r-E così intendendo| intenderemo pareochie altre allegorie pd allusioni.
      82-93. Primo esempio di quegli scioglimenti di difficoltà inerenti al soggetto| di che abbonda tutto il poenja; e che pochi e brevi nell'Inferno e nel Purgatorio| vi sono fonti di nuove bellezze; ma che troppo frequenti e troppo lun-
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Vita di Dante Alighieri
di Cesare Balbo
Utet Torino
1857 pagine 474

   

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