Gelasio Adamoli - La direzione de "L'Unità" (1951-1957) - Lettere al Direttore


Stampa americana (1952)

Mi è stato affermato che negli Stati Uniti d'America la stampa a grande tiratura è svincolata dal governo e da qualsiasi partito politico, che costituisce una specie di commercio il cui scopo è esclusivamente quello di vendere notizie al pubblico. Ciò garantirebbe la grande obiettività del giornalismo americano. Tutto ciò mi è apparso molto ingenuo. Desidererei in proposito qualche elemento di fatto. (G. Parodi – Genova Pegli)

           Esiste un'antica classificazione dei quotidiani in giornali di partito e giornali indipendenti, o meglio giornali di opinione e giornali di informazione. Mentre i primi affermano pubblicamente il proprio indirizzo politico, i secondi si dichiarano semplici strumenti per la diffusione delle notizie e non mancano di rivendicare frequentemente, nel testo degli articoli che vanno pubblicando, la loro “orgogliosa” indipendenza.
           Vorrei ancora ricordarle che, nel passato, in tutti i Paesi capitalistici solo i giornali che si autodefiniscono indipendenti raggiungevano le grandi “tirature”; una vera rivoluzione è apparsa in questo campo il grande fatto nuovo che si è verificato in Italia dopo la liberazione per cui un giornale di partito come “l'Unità” è diventato il giornale italiano più diffuso nel nostro Paese ed ha raggiunto tirature sconosciute ai grandi giornali di informazione.
           Negli Stati Uniti d'America la stampa dei partiti o delle organizzazioni dei lavoratori – pochi giornali comunisti, liberali o sindacali – è sommersa nel grande mare della stampa “indipendente”. 1.700 quotidiani con una vendita complessiva di 52 milioni di copie.
           Per gli esaltatori dell'americanismo, fra i quali evidentemente è anche il suo interlocutore, ciò appare un'altra sicura prova delle “libertà” americane; anzi l'assoluto predominio della stampa “indipendente” di fronte alla stampa di opinione starebbe a dimostrare come il grande pubblico americano, con la propria “libera scelta”, abbia voluto il trionfo della stampa di informazione, che viene qualificata obiettiva, su quella di partito, vincolata a determinate posizioni politiche.
           La realtà è ben diversa, la realtà è che il pubblico non ha “libera scelta” che nell'interno di un sistema giornalistico bloccato il quale gravita attorno al potere capitalistico. Gli stessi giornali sono produzioni di grandi aziende capitalistiche e vivono delle forme del sistema capitalistico: basti ricordare che i due terzi delle loro entrate derivano dalla pubblicità e la pubblicità non viene concessa ai giornali che non adottino la “linea” capitalistica.
           Sulla realtà del “libero” e “obiettivo” giornalismo americano non sia sospetto il giudizio dello scrittore americano non comunista, Upton Sinclair, che credo opportuno trascriverle: “La stampa, come tutti i poteri in America, è sottoposta all'arbitrio di quella oligarchia che per usare alcuni nomi simbolici, si può chiamare Wall Street, gli Alti Affari, i Trusts. E' questa oligarchia a mantenere il sistema politico dei due partiti opposti, con le loro “macchine” complicate, fatte per divertire gli americani per fargli credere che sono liberi. Essa domina tutti i loro giornali, poiché questi vivono di pubblicità e la pubblicità dipende dalla “buona volontà” degli uomini di affari. Tutti coloro che dimostrano un guizzo di indipendenza vengono puniti, ed essi sono, del resto, assai rari, poiché l'americano prova un rispetto istintivo per i multimilionari, come l'inglese per i duchi. I mezzi per ridurre alla ragione i ribelli non mancano. Il più semplice è il boicottaggio degli annunci, che viene applicato per obbligare il Collier's Weeklj a licenziare l'energico Robert Collier. Oppure i periodici vengono acquistati e, pur lasciando un'apparenza di libertà, si cambia la direzione...”.
           Tutta l'organizzazione della “informazione” americana, dalle grandi agenzie – l'Associated Press, l'United Press, e l'International News Service – ciascuna legata ad una grande catena di giornali e tutte e tre legate al potere dei monopoli – ai giornali e alle riviste a diffusione mondiale, dalla radio alla televisione, è diretta a sostenere il sistema di spoliazione e di aggressione, la “libertà” che essa difende ed esalta è quella della mistificazione, della corruzione, della falsificazione, a cui si aggiunge spesso quella del silenzio, ossia della completa ignoranza di alcune notizie e di fatti la cui conoscenza non è giudicata utile per gli interessi dei padroni.
           La stampa americana si è fatta una sua dottrina, quella della “psicologia della pubblica opinione” e i sistemi per diseducare il pubblico, per tenerlo lontano dal grande fermento delle idee trovano, purtroppo, largo riflesso in tanta nostra stampa che, sulla scia di quella americana, riempiono pagine di piombo e di clichés per descrivere i più futili avvenimenti, i pettegolezzi “mondani”, il divorzismo delle stelle di Hollywood o i gusti segreti di qualche famoso gangster o i romanzati episodi della vita di questo o di quell'uomo politico. Si tratta di una mostruosa macchina diretta a comprimere i cervelli, a formare e a mantenere mentalità primitive e tutto ciò per raggiungere lo scopo di allontanare dal dibattito delle idee e dal sostanziale gioco democratico la grande maggioranza della popolazione.




Torna alla videata principale Gelasio