Gelasio Adamoli - La direzione de "L'Unità" (1951-1957) - Lettere al Direttore


Prima diffondete, poi... (1952)

La visita del generale Ridgway ci ha indignati e, fra di noi, abbiamo discusso sui giovani sovietici, che entrano gioiosi nell'Armata Rossa nella quale nessun generale straniero, come un padrone, li passerà mai in rivista, che non conoscono la disoccupazione, che sono tutti costruttori della loro felicità e di quella di tutto il popolo sovietico. Parlaci sulla gioventù sovietica, noi in compenso ti promettiamo di impegnarci ancora di più nella diffusione dell'”Unità”. (f. Giovani delle Sezioni F.G.C.I. - I Zona)

           Ho sunteggiato la bella lettera che mi hanno inviato i giovani della zona di Voltri, Mele, Crevari, Crovi, Arenzano, Cogoleto, Centurione. L'argomento che hanno usato i giovani compagni della I Zona per farmi scegliere oggi la loro lettera, fra le tante altre a cui debbo una risposta, è indubbiamente molto pressante. Mi danno alcune cifre, i giovani compagni, mi informano che ogni lunedì diffondono 100 copie dell'Unità a Crevari e 35 a Centurione, alla domenica, cascina per cascina. 110 copie a Crovi, 50 ad Arenzano, ecc., per un totale di 240 copie, e affermano che, se otterranno risposta, essi diffonderanno ancora di più la “bandiera di Gramsci e di Togliatti, la bandiera del popolo italiano”.
           Eccovi accontentati, cari giovani compagni della I Zona, ma voglio anzitutto chiarire qualche cosa.
           Non vorrei che questo colloquio che stiamo conducendo fosse impostato su un calcolo di reciproca convenienza: io ti do, tu mi dai, e viceversa. Io credo che avrei risposto lo stesso alla vostra lettera perché dovere e cortesia chiedono che io cerchi di rispondere a tutti e soprattutto perché è sempre di grande interesse discorrere con i giovani.
           Così pure credo che voi avreste sviluppato la diffusione dell'Unità anche se quel poltrone del suo Direttore avesse lasciata la vostra lettera nel fondo di un cassetto. Perché i sentimenti e le ansie dei giovani rappresentano di per sé un grande motivo per imporre la trattazione delle loro questioni e perché l'impegno della diffusione de “l'Unità” non sopporta condizioni per un comunista, così come non sopporta condizioni l'amore e il sacrificio per il Partito.
           E voi, giovani comunisti, siete i primi ad essere convinti di ciò.
           Comunque, il vostro piccolo stratagemma è riuscito, poiché io sono qui a rispondervi.
           E vi assicuro che vi conviene che io non ponga sul terreno della reciprocità del dare e dell'avere questo nostro colloquio, perché, condizioni per condizioni, quante copie dell'Unità dovrei chiedervi di diffondere per rispondere a tutte le questioni che ponete?
           Voi mi chiedete: quanto guadagnano i giovani operai sovietici, come avviene il passaggio da apprendista ad operaio, sono molti i giovani stakanovisti, a quante giornate di lavoro corrisponde il prezzo di una moto, quali sono le pubblicazioni sovietiche tradotte in italiano consigliabili per la gioventù, chi è il Coppi dell'URSS, ecc.?
           Il nostro Direttore amministrativo è felicissimo. Pensa: se tanto mi dà tanto, qui occorre comperare un'altra rotativa! Io gli ho suggerito, però, di non firmare subito il contratto di acquisto: è meglio attendere un po' per vedere come si mettono le cose.
           E veniamo alle riposte. Ma mi accorgo, a questo punto, di non aver più spazio disponibile. Ed ora che figura faccio con i giovani a cui ho detto, all'inizio di questa mia risposta, che li avrei accontentati?
           Ecco, risolviamola così: io vi prometto che le risposte specifiche le avrete, o nella pagina sportiva o nella terza pagina o nelle colonne di questa rubrica, voi intanto, sotto, ad aumentare la diffusione dell'Unità. E attendo un'altra vostra lettera, magari con nuove domande, ma soprattutto con nuove cifre.




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