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Demagogia del fascismo
(1952)
Abbiamo discusso fra amici sulla politica fascista nel corso del ventennio e non ci è risultato chiaro come Mussolini abbia potuto sempre affermare di condurre una politica a favore dei lavoratori mentre nello stesso tempo proclamava la sua ostilità all'Unione Sovietica. (Giuseppe Palma, Serravalle Serivia)
La domanda potrebbe forse apparire ingenua, anche perchè si potrebbe ritenere che i fatti abbiano da tempo sufficientemente e chiaramente risposto ad essa. Ma la domanda posta dai compagni e dagli amici di Serravalle Scrivia non ha solo un valore retrospettivo e non è valida solo per il regime di Mussolini: è una domanda che potrebbero e dovrebbero farsi oggi tutti i cittadini degli Stati dominati ancora dalle forze del capitalismo, i cui governi, nessuno escluso, qualunque sia la varietà politica della loro costituzione, sbandierano programmi di giustizia sociale, mentre nei fatti agiscono nell'esclusivo interesse della classe dominante. In Italia, ad esempio, si riproducono attualmente, nella politica di De Gasperi aspetti che ripropongono i temi di una politica di tipo fascista che si potevano credere esauriti con l'esaurirsi del fascismo di Mussolini.
Nessuna forza politica che ha le sue radici nel capitale finanziario si presenta con un programma conseguente agli interessi che rappresenta. Le ingiustizie e le miserie sociali, sempre più gravi in quest'ultima fase del capitalismo, non possono essere ignorate neanche da coloro che ne hanno la responsabilità, perciò i programmi dei partiti della borghesia sono sempre più ricchi di promesse di iniziative sociali, di grandi parole di giustizia, di larghi propositi a favore degli oppressi e degli sfruttati.
Il fascismo, che pure, come disse Dimitrov nel 1935 al VII Congresso della Terza Internazionale, rappresentava "la dittatura aperta degli elementi più reazionari, più sciovinisti, più imperialisti del capitale finanziario e la organizzazione della repressione terroristica contro la classe operaia" si presentò alla ribalta politica con un programma oltranzista contro il capitalismo, scopertamente demagogico ma che servì lo stesso ad ingannare fin dall'inizio larghi strati di italiani.
Dalla riunione di Piazza S. Sepolcro del marzo del 1919, con la costituzione del primo fascio di combattimento uscì un programma che indubbiamente non scherzava nei confronti dei possidenti: scioglimento delle società anonime; soppressione di ogni forma di speculazione delle banche e delle Borse; confisca dei redditi produttivi, dei sopraprofitti di guerra, dei beni ecclesiastici; la terra ai contadini; la gestione delle industrie ai sindacati dei lavoratori, ecc. ecc.
La sala di quella "storica riunione" era stata concessa a Mussolini dal Circolo degli Industriali e dei Commercianti di Milano, ossia da quelle forze e da quei ceti contro i quali diceva di voler agire il fascismo. Anche questo è un piccolo segno della grande frode politica che attraverso Mussolini, venne compiuta dalla classe dirigente italiana dell'altro dopoguerra.
Ed anche quando il fascismo divenne regime, anche dopo che tutte le libertà democratiche erano state soffocate, distrutta la vita legale dei partiti e delle organizzazioni dei lavoratori, perseguitati e imprigionati gli uomini che rappresentavano la parte migliore delle forse del lavoro, anche allora, nel tempo stesso in cui si allargavano i monopoli e si rafforzavano il predominio e la prepotenza padronale, il fascismo non abbandonò il suo linguaggio e le sue forme demagogiche.
Come nella politica interna il fascismo agiva sulla base dell'odio verso le forze del progresso sociale, così nella politica estera il suo odio si concentrava verso l'Unione Sovietica, verso quel Paese che rappresenta per tutti i lavoratori la realtà viva di un mondo di giustizia e di libertà.
Per l'apparente contrasto tra un formale programma di iniziative sociali e l'odio verso un Paese che ha risolto tutti i problemi sociali, non vi è altra spiegazione della frode, dell'inganno e della menzogna su cui si fonda la propaganda dei partiti reazionari.
Anche in questo la classe al potere non differenzia i suoi metodi di oggi da quelli di ieri.
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