Gelasio Adamoli - La direzione de "L'Unità" (1951-1957) - Lettere al Direttore


I falsi della INCOM (1953)

Giorni fa in un cinema cittadino, nel consueto documentario d'attualità INCOM, ho assistito con mia grande sorpresa, ad un eccezionale reportage dall'URSS: infatti sullo schermo è apparso il processo ai medici russi accusati di aver ucciso alte autorità sovietiche, la loro condanna a morte e la deportazione di ebrei verso la Siberia. (Aldo Guerasi, Genova)

           La sua lettera mi ha molto interessato ed ho voluto sincerarmi di persona su quanto in essa ha esposto. L'incredibile «documentario» esiste ed è stato proiettato a Genova così come è in corso di proiezione in tutte le città italiane.
           I documentari INCOM (e proprio in questa pagina Chiaretti si occupa di quelli spiccatamente elettorali) ci hanno da tempo abituati alla più sfacciata propaganda anticomunista e alle più pacchiane esaltazioni del nuovo regime. Come, attraverso il canone di abbonamento, siamo costretti noi stessi a finanziare una centrale di menzogne e di cretinismo qual'è la RAI così, pagando i biglietti di ingresso al cinema, dobbiamo provvedere non solo alle esigenze degli otto figli del povero miliardario senatore d. c. Guglielmone, presidente della INCOM, ma acquistare anche, senza volerlo, dieci minuti di insulsaggini e di falsità. Fa parte del nostro «dovere di spettatori» deliziarci, a pagamento, della non molto fotogenica effige di De Gasperi, seguire l'affannoso andare dei ministri per la posa delle prime pietre, assistere ai salamelecchi d'obbligo verso i «gauleiter» americani, ammirare il «passo dell'oca» dei mercenari di Ciang Kai Scek e conoscere a fondo il nostro Paese attraverso le elezioni delle varie Miss o le «nostalgiche» canzoni di Sanremo.
           Però la trovata del «processo ai medici sovietici» e delle «deportazioni in massa degli ebrei» supera ogni aspettativa.
           Il processo ai medici assassini non è stato ancora celebrato nell'Unione Sovietica. Certamente esso sarà svolto e sarà svolto in modo che tutti potranno seguirne gli sviluppi, ma di fatto non c'è ancora stato. Ed allora perchè un documentario, ossia non un film a soggetto ma un notiziario cinematografico, presenta scene di fatti non avvenuti, illustrandoli come se realmente fossero avvenuti? Perché un falso così scoperto, perchè presentare una serie di fotogrammi relativi a chissà quali chirurghi definendoli immagini dei medici assassini (pensate, nell'Unione Sovietica si sarebbe provveduto ad entrare con la macchina da presa nelle sale in cui operavano quei medici colpevoli e si sarebbe poi provveduto a far avere a Guglielmone copia dell'eccezionale documento...), perchè in sede di montaggio mettere insieme scene di chissà quale avvenimento per presentarle come scene del processo mai avvenuto?
           Evidentemente i dirigenti d. c. ritengono che il popolo italiano sia un popolo di cretini e la febbre elettorale deve aver già portato allo stato di delirio i propagandisti clericali.
           Il documentario non si esaurisce però con l'annuncio teatralmente solenne della condanna a morte dei medici, esso vuole apparire ancora più informato e ci fa vedere le scene delle deportazioni in massa degli ebrei russi avvenute dopo il processo.
           Non possiamo sapere come sono state costruite, quelle scene; ci viene però un orribile sospetto. Scene di quel tipo sono realmente avvenute nell'URSS e sono avvenute quando avanzavano fulmineamente gli invasori nazisti e quando le popolazioni dell'Ucraina furono costrette ad abbandonare la loro terra su cui stava per giungere il mostro della guerra. E' rivoltante il solo pensiero che la tragedia di allora venga oggi ignobilmente sfruttata per trasformarla in atto di accusa verso il popolo sovietico, ma i clericali hanno già dato prova della loro assenza di spirito umano e cristiano speculando sul dolore (è il caso di ricordare la vergognosa, insistente speculazione sui dispersi nell'URSS?) e non ci meraviglieremmo affatto se le false scene delle «deportazioni» di oggi fossero le vere scene dell'aggressione nazista di ieri.
           Vogliamo ricordare al senatore Guglielmone e al direttore della INCOM, Sandro Pallavicini, il secondo comma dell'art. 123 della Costituzione dell'Unione Sovietica: «Qualsiasi limitazione diretta o indiretta dei diritti, o, al contrario, qualsiasi attribuzione di privilegi diretti o indiretti ai cittadini in dipendenza della razza o nazionalità alla quale appartengono, così come qualsiasi propaganda di esclusivismo o di odio o disprezzo di razza o di nazione, è punita dalla legge».
           L'uguaglianza delle razze e delle nazionalità nell'U.R.S.S. non è soltanto un principio politico e morale, è un diritto protetto dalla legge. E non saranno certo i falsi cinematografici o la fanfara propagandistica dell'imperialismo che potranno distruggere una grande verità segno di una definitiva conquista civile.
           P. S. Dopo aver già passato in tipografia questa «lettera», sono stato informato che il Direttore della INCOM. Sandro Pallavicini, ha spiegato il falso facendoci sapere che il cortometraggio gli era stato trasmesso dalla TELENEWS, una specie di INCOM degli Stati Uniti.
           Spiegazione che non diminuisce in nulla la responsabilità dei dirigenti dell'INCOM e del tutto superflua poiché sapevamo perfettamente che i falsi e le menzogne contro l'URSS e le forze del progresso costituiscono la parte essenziale degli «aiuti» americani.
           Prima di accettare e di smerciare certi «aiuti» un pò eccessivi il signor Pallavicini dovrebbe ricordarsi che siamo in Italia, non negli USA, e che «cà nisciuno è fesso».




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