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Episodi vissuti
Raccolti da G.A. Esengrini
Giulio Adamoli
Istituto Editoriale Cisalpino, 1929, pagine 329


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   CAPITOLO XII
   - 257
   cortinaggio e comparire la Sceriffa in un abbigliamento jeratico e sommamente artistico. Un gran manto di raso nero era trattenuto sul capo da una sciarpa di seta bianca ricamata, e un velo azzurro le circondava il volto, spiovendo sotto al mento. Non aveva trent'anni, ed era bellissima, pur conoscendosi tale. Nera come la Sulamita, gli occhi erano sfavillanti, la bocca sorridente, le manine deliziose, e i piedi minuscoli si sporgevano con malizia fuori dal manto. La voce poi, insinuante, aveva cadenze dolcissime. Era insomma una donna consapevole di tutto il suo fascino, e volonterosa di esercitarlo. La sua potenza, d'altronde, era fortissima; metteva pace fra le tribù, mandava gli ascari a combattere per l'Italia, esaltandoli con discorsi di eloquenza guerriera; una sua sola parola valeva più e meglio di qualsiasi decreto. Ci salutò, al nostro partire, facendo il saluto militare.
   Il giorno 21, dall'Asinara ci dirigemmo, sempre in auto, ad Addi Cajé, percorrendo un vero labirinto di colline, valli, burroni, letti di fiumi, e molto ammirai la bella cittadina, a 2500 metri sul livello del mare, centro agricolo e commerciale di importanza. Ci arrampicammo poscia su di un pianoro a circa 2700 metri di