02/05/1944, Salvatore Rizzacasa, Roma
Tribunale Superiore
delle Acque Pubbliche
Il Presidente
Roma (p.za Verbano 16)
2 maggio 1944
Carissimo Umberto,
Ti mandai, poco tempo fa, i nostri saluti a mezzo di mio nipote Gioacchino Cipollone, dal quale avemmo poi tue buone notizie e, in pari tempo, l'assicurazione della maniera gentilissima (conforme all'usato tuo costume) con cui l'avevi accolto e favorito.
Egli ti avrà accennato alle peripezie subite da me e da' miei nel periodo tristissimo decorso dal 10 novembre al 15 febbraio scorso, quando alfine dopo lo sfollamento coatto da Orsogna, ci fu dato finalmente restituirci in sede e riacquistare una relativa tranquillità, quale è quella che può aversi tra le comodità di casa propria. Impossibile, perché troppo lungo, sarebbe narrarti ora per iscritto le dolorose vicende a cui fummo assoggettati in quel tempo; dagli incolonnamenti sotto scorta armata e dalle peregrinazioni di casolare in casolare sotto acqua e neve, attraverso terreni pantanosi e scoscesi, ai giacigli notturni improvvisati sulla paglia e sotto incannucciati sgocciolanti, ai cannoneggiamenti continui così nella campagna di Ari come nella città di Chieti, con granate e shrapnels che ci esplodevano anche a 6-7 m. di distanza, ecc: nessuna atroce sofferenza ci fu risparmiata, come meglio e più diffusamente potremo dirti nel giorno in cui speriamo di riabbracciarti. Inutile dire intanto che abbiamo perduto tutta la roba che avevamo in Orsogna (indumenti, effetti personali, provviste alimentari, ecc.) paese il quale ha subito e subisce tuttora, forse più di ogni altro di quella zona, gli orrori del combattimento, come purtroppo si continua a leggere ne' resoconti di guerra pubblicati dalla stampa quotidiana! E' inutile altresì dire del deperimento del nostro fisico (alleggerito di parecchi chili di carne) deperimento dal quale cerchiamo di risollevarci a poco a poco, per quanto possano consentirci la ben nota scarsezza di generi alimentari nella Capitale e i vertici inverosimili a cui si spingono quotidianamente i prezzi dello schifoso mercato nero, che qua imperversa più di qualunque altra città d'Italia!
Sono appunto le necessità alimentari che mi inducono a dirigerti la presente, con la preghiera di venire, per quanto possibile, in nostro soccorso. Da gran tempo, anzi, volevo scriverti al riguardo, ma ho differito sempre, per evitarti ogni fastidio: vedo però che adesso non posso più indugiarci nel venire a importunarti perché, continuando di questo passo ad alimentare il mercato nero, corro il rischio che mi venga meno qualunque risorsa d'indole finanziaria. Basti dire che un chilo di zucchero l'ho dovuto, pochi giorni fa, pagare £. 330!
Vi dirò dunque che abbiamo bisogno di molti generi alimentari: farina bianca e gialla, olio, grassi di maiale (lardo, ventresca), patate, riso, zucchero, legumi, formaggio, conserva di pomodoro, ecc. Ed ho pensato che, per venirci in aiuto, potresti acquistare per mio conto, sia pure ricorrendo alla borsa nera di Teramo (sempre inferiore certamente a questa di qua) qualche poco di roba e mandarcela a mezzo dell'autocorriera Roma-Teramo: per ora, quello che fa servizio viaggiatori, il cui autista mi disse che talvolta carica cassette, valigie, ecc., anche di persone non viaggianti. Naturalmente, se la richiesta è fatta dal Podestà o da qualche altra autorità, quella che è l'eccezione, penso io, si tramuta in regola. Questo, ad ogni modo, fino a che non funzionerà in piena regola quel servizio trasporto merci che l'I.N.T. pare voglia attivare da e per Teramo. Per ora si potrebbe tentare la spedizione di una ventina di chili di roba, al netto del peso della cassetta, essendo preferibile attenersi ai piccoli quantitativi, anche per evitare che ai posti di blocco venga sequestrata la merce, al momento della introduzione in Roma. La tariffa è di 7 o 8 £. al kg, a quel che ricordo di aver udito dal direttore dell'I.N.T., il quale mi disse pure che per i generi per i quali occorre la bolletta di esportazione non vanno a guardare troppo per il sottile, per assicurarsi cioè che la merce corrisponda perfettamente al peso denunziato in bolletta. Quanto ai generi che dovrebbero far parte di questa prima spedizione, mi rimetto completamente a te, così per la natura di essi che per il loro perso.
Ti sarei grato peraltro se fin da ora mi acquistasti un po' di olio, tenendolo in riserva, tranne a spedirmene una lattina di un 5 Kg. circa in occasione di una seconda spedizione dopo che ci saremo assicurati del buon esito di questa prima.
Se a te riuscisse difficile occuparti del tutto, in vista delle tue occupazioni d'Ufficio (che so che assorbono molto del tuo tempo), potresti pregare da parte mia il buon Gelasio tuo nipote (al quale puoi far leggere la presente) che provveda lui all'acquisto de' generi ed alla confezione della cassetta e della lattina, come pure alla spedizione: e ciò anche in considerazione della sua maggior pratica nella confezione di pacchi per la spedizione.
Sarebbe bene prendere accordi preventivi con l'autista, per tutto ciò che avrà attinenza con la spedizione, anche in ordine alla necessità o meno della bolletta di esportazione, il cui rilascio è di competenza del Podestà.
A spedizione eseguita, attendo da te o da Gelasio il conto completo delle spese sostenute per gli acquisti, per la cassetta, la lattina, trasporto, facchinaggio, ecc., affinché io possa sollecitamente farne rimborso a mezzo di numerario o di vaglia, nel modo che voi stessi vorrete indicarci, anche relativamente alla persona di cui dovrò servirmi all'uopo.
Saprai già, ritengo, che i giorni delle partenze dell'autocorriera per Roma (da Teramo) sono il martedì e il sabato, alle ore 20.
Spero, caro Umberto, che vorrai, nella tua bontà, perdonarmi per il non lieve disturbo che ti procuro. E intanto ti prego di gradire i più vivi ringraziamenti e i più cordiali saluti miei, di Vincenzina e di Massimina, per te, per Clarice e per la Sig.na Irma, ringraziamenti e saluti che vorrai estendere a Gelasio ed a tutti di sua famiglia. Un abbraccio dal
tuo aff.mo
Salvatore Rizzacasa
P.S. Augusta, col marito e con la suocera, oltre che con la piccola Gabriella, è rimasta a Chieti, almeno per ora. Maria ed Angiolino invece, partiti da Chieti insieme con noi, discesero ad Aquila, ove tuttora si trovano insieme con Menina ed i figli di Menina (Enzo è, da pochi giorni, andato a Venezia, ove si è trasferito il suo ufficio). L'altro mio fratello Michele, con la famiglia, trovasi in agro di Penne, paese della moglie.
|