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Annali della città di Bologna dalla sua origine al 1796
Tomo Primo
Salvatore Muzzi
Tipi di S. Tommaso d'Aquino, 1840, pagine 559

Digitalizzazione OCR e Pubblicazione
a cura di Federico Adamoli

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   ANNALI
   s'aveva associato nell* anno terso, opportunamente salvandosi colla fuga, ricoverò presso a' Greci. A questo modo cessarono i Langobardi in quél secolo, ohe la fortuna parve più disposta a gratificarli colla Signoria dell' intera Italia.
   Alla sottomessa nazione mantenne Carlo non perturbate le costumanze , e si. nominò Re de' Franchi e de'Langobardi. Ripromettevasi al tempo stesso la Chiesa giorni più lieti, dacché vide ratificate le concessioni di Pipino a San Pietro, e ottènne promessa d'indennità sulle terre occcnpate da Desiderio. Se non che Leone Arcivescovo di Ravenna aspirando a quel grado d' autorità che in addietro s* arrogò Sergio, eccitò nel Re diffidenze pericolose sulla fedeltà d'Adriano. (A. 774). Nè,qual che si fosse-
   10 i limiti della condiscendenza Regia, tardò a dirsi Esarco e Primate in Italia, e occupata Bologna eoi restante dell' Esarcato, i ministri di Chiesa imprigionò, o pose in bando, e vietò il ricorso al Pontefice. Era Carlo di là da'monti, quando Adriano gli si richiamò con lettere lamentevoli. Ricor-davangli le liberalità paterne, la giurisdizione che esercitarono d'indi innanzi i Ministri di Chiesa sulle Provincie donate, e il castigo di Sergio che osò turbarla. ( A. 777 ). Richiedevano che Leone fosse messo in ceppi, e potesse in Roma giudicarne la Chiesa . Finalmente esortavanlo a non consentir che i Pontefici sottratti al giogo de' Langobardi soggiacessero ad angustie più gravi. Da quel momento apparvero distrutti i semi della discordia, e rinacque un'intelligenza durevole fral Re e Adriano, ohe nell' anno ottavo coronogli in Roma i due figli Pipino e Ludovico, 1' uno a Re sull' Italia,
   11 seoondo sull'Aquitania. (A. 781).
   Occupava intanto la nostra sede il secondo Pietro successor di Romano. A suo tempo venne Carlo per la terza volta di qua da' monti nell' anno