BOLOGNESI 467
d' avventurarsi per Io Distretto di Reggio turbato dall' ostinata discordia che ardeva fra Modenesi e Reggiani, e chiedeva eh' ei destinasse tutt' altro luogo che Parma per sentenziarvi , e per ultimo s'avventurò alle proteste contra quel lodo qualunque che lo invitasse a tenersi pregiudicato. Ma tutto invano. Pronunziò Giliberto nel dì vegnente , ed aggiudicò a' Modenesi il Frignano intero, imponendo a' nostri che il dimettessero entro allo spazio d'un mese (20 Agosto). Poco dopo il Comune , a preghiera de' Modenesi medesimi » s'adoperò per raceonciliarli a'Reggiani. Arbitrarono intorno a ciò Rolandino Romanzi e Bonaventura da Savignano, e le parti si raccomposero (ioDecemb.).
Ed ecco improvvisamente eccitarsi un pericoloso contrasto fra' Bolognesi e il Pontefice. Brancaleone degli Andalò, purgando il Distretto da'ladronecci, frenando i grandi, e spiegando ne'suoi giudizi una rigida integrità , s* era compra 1* aura del popolo che racconfermollo in ufficio, ma non isfuggì l'avversione di più famiglie possenti, che messa Roma a tumulto s'insignorirono del Campidoglio, sostituirono a Senatore un Bresciano detto Manuello de'Maggi, e Brancaleone, racchiuso in carcere, parve riservato al supplizio. Nè indugiò il Comune a manifestarsi sollecito per la salute di un tanto concittadino. V'accorsero in nome nostro Uguzzon degli Arienti, Oliviero degli Asinelli, Nevi Raniero de' Guezzi ed Enrico dalla Fratta , che dopo aver perorato senza profitto , intimaronvi che quel destino medesimo che s'apparecchiava a Brancaleone era riservato agli ostaggi custoditi all'uopo in Bologna (10 Novembre). Frattanto gli Annibaldeschi e il restante de'sediziosi, insistendo presso al Pontefice , che allor si trovava per prudenza in Ana-gni, gì'indicavano nel prigioniero una vittima necessaria alla sicurezza di Chiesa, e 1' astrinsero a interessarsi per la libertà degli ostaggi che opponevano col loro rischio alla stabilita condanna. Alessandro in fatti precettò il Comune per lo rilascio,
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