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   ANNALI
   alcuna distoglierli dal volger duramente le spalle ; e le genti Venete al tempo stesso, qual che si fosse la cagione, restando immobili alle lor tende s'appagavano aliene dal proseguir nell'impresa. Che più ? Negli animi soverchiamente esaltati prevalse fa contagione , sbandar orisi una dopo l'altra le schiere, nè potò meglio il Legato che ridurre in Padova i pochi avanti atterriti, e munir visi per una difesa gagliarda. Ezzelino che pervenne in bre-ve alle mura, poiché tornarono a vuoto gli «sa-limerai addoppiati, si ritrasse in Verona a sfogarvi un astio impotente sui prigionieri.
   In Bologna era Podestà Manfredo Marengo d'Alessandria , e pareva ornai necessario l'imbrigliar ia Romagna , perpetuo centro di risse e di sedi aioni. In Faenza Enrico Manfredi, denominato Calaaro, fu. morto a principio d'anno dagli Aocarisi, ed azzuffatomi i due pattiti (r Gennaio). Reggevano colè Pretori per la fazione Man Preda Niccolò Bazilieri , per l'Aocarigia Guglielmo Gosia; e Raineri de'Lia*» zari, vi sosteneva la Prefettura del popolo. E.s'adoperarono inutilmente per cancrenar la licenza e salvar la terra dallo sterminio, finché dimessi d'ogni speranza implorarono il nostro aiuto. Si stabili d'accordarlo, ma troppo tardi. Gli Accarisi vinti e costretti ad esiglio, s'erano ridotti a Pidano col lor Pretore Guglielmo ; e Ruggero Conte da Dovaàola, a volontà de'Manfredi sottentrò solo a'Rettori che allontanaronsi (6 Gennaio). Al tempo medesimo Azzone Conte di Bagnacavallo, caociato da quella terra per fatto del suo consorte Ruggero, venne in Bologna ad interpellarvi la pubblica provvidenza. Nè indugiò più a lungo il Comune, ed ai Manfredi , ed a Ruggero prescrisse in pena del bando che immantinenti, sospeso qualsivoglia contrasto , gli consegnassero le loro terre per riformarle a suo grado.
   Uniformossi Ruggero, e dimise liberamente al Comune Bagnacavallo^ e il restante di suo dominio (... Gennaio). Oderico degli Abaluffi s'impossessò