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Annali della città di Bologna dalla sua origine al 1796
Tomo Primo
Salvatore Muzzi
Tipi di S. Tommaso d'Aquino, 1840, pagine 559 |
Digitalizzazione OCR e Pubblicazione a cura di Federico Adamoli
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ANNALI
I Ravennati, frattanto ravviluppandosi nelle discordie civili, fornivano plausibii cagione al Comune , per richiamarli a una dipendenza più ligida. A nome nostro comparve improvvisamente in Ravenna Guardolino Gusberti, per appalesarvi le pubbliche prescrizioni. Importavano che le due fazioni cessassero dal combattersi, o a raffrenarle s'adopre-rebbe la forza. Non osassero que* cittadini muover guerra di loro arbitrio a Città veruna o a Magnate, mentre non fosse in difesa del lor Distretto. Regolassero a nostra voglia le amicizie e le inimicizie. Non ammettessero che Bolognesi al governo delia lor terra. Non aggravassero i mercadanti oltre alla misura che da noi verrebbe prescritta, e vegliassero per la sicurezza più esatta delle lor vie. Sulle rappresaglie non sopite ancora dall' una all' altra Città proferissero gli arbitri, eletti uno da ciascuna, e se il loro vóto non fosse unanime, definisse il Giureconsulto Odofredo. Egli infine, ommettendo tutte le vie di giudizio , sentenziasse amichevolmente sulle quistioni eccitatesi da'Conduttori della moneta, e le parti s'uniformassero al lodo. A compensazione dell' obbedienza , prometteva il nostro Comune che s'asterrebbe da nuovi comandamenti, rispai mierebbe le mura della Città , non innalzerebbe nel lor Distretto fortezze o ròcche, né ad essi in alcun tempo verrebbe meno di protezione e soccorso, ove il domandassero, o la loro interna tran-
Suillità , o la difesa delle lor ragioni al di fuori, giuramento che i Ravennati prestarono assoggettandosi fu raffermato in Bologna, e rappreseuta-ronvi il lor Comune Diomisalvi de'Ghezzi, e Ali-dosio degli Alidosi (aAgosto), E s'aggiunse che i Ravennati medesimi, o fosse a forza o spontanei, dimisero e trasferirono in poter nostro, e per sempre, la metà delle lor catene, e de'Porti colla comunanza di que'diritti e proventi che s'esigevano dalle merci. — Tanto a noi valse un inopinato concorso di circostanze, e la nostra giurisdizione s'estese perfino al marel —I Veneti in seguito, gelosi
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