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Annali della città di Bologna dalla sua origine al 1796
Tomo Primo
Salvatore Muzzi
Tipi di S. Tommaso d'Aquino, 1840, pagine 559

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a cura di Federico Adamoli

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   ANNALI
   Dall'altra parte v'ha un leone passante, ed all'intorno—Brancaleo S. P. Q. JR.—-Poche forse di tali monete esisteranno ai dì nostri; ma nel Museo Camaldolese di Classe, in1 sul finire dello scorso secolo ve n'aveva una d'oro di bellissimo conio, donata a quel Monastero dall'ottimo Porporato bolognese l'Arcivescovo Andrea Giovanetti, che fu già del novero di essi Claustrali.
   Ma per tornare al famoso Brancaleone, ecco dalle sue ceneri insorgere angustia nuova al Pontefice. Aveva il moribondo bolognese, consultato intorno alla scelta d'un successore, rammemorata a'Romani la rettitudine di Castellano suo Zio. E invano reclamò Alessandro i diritti di Pastore e di cittadino; e non ascoltato promulgò divieti e censure.—Castellano , solennemente acclamato, affrettò da Fermo ove risedeva Pretore; ed ammesso nel Campidoglio intraprese a regger sull'orme del suo nipote.
   Intanto deterioravano nella Lombardia i Ghibellini; Pavia e Piacenza s'erano sottratte ad Uberto Pelavicino, i Vitaoi, espulsi i Rusconi, signoreggiavano iq Como.; e il Legato Fib'ppo, introdotto in Brucia da' Guelfi, serba vaia gelosamente alla lega (29 Aprile), Nà tardò Eazelino ad iscuotersi, e comparve all' Qglie in-arme col fratello Alberigo. Secondavaulo coi Cremonesi Uberto Pelavicino, JBuoso da povara, i Veronesi, i Vicentini e le genti di Pedemonte. I Bresciani negligentando i soccorsi che s' aspettavano da' Bolognesi e dall' altre terre di lega, si commisero incautamente e soggiacquero ad una sconfitta compiuta. Frai prigionieri , a tacer sugli altri di grido, ai noverò lo stesso Legatq, e fu seco umano Ezzelino, o lo cornino vesite la calamità o la virtù (»8 e 3o Agosto). In Brescia che apri le porte, signoreggiaron concordi Ezzelino, Buoso ed Uberto ; e vi consegui la Pretura Bonifacio di Castellano Storlitti. 1 Pavesi in breve tornarono a dipendenza d' Uberto, e s' aggiunsero al suo dominio i Cremaschi. Appena «Ila sventura de' Que^ per que'contow forni u^x