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ANNALI
Piombino In Toscana, il Daoato d'Urbino, il pio-colo principato di Camerino e quello di Sinigaglia* In questa città (3i Dicembre i5oa ) erano strangolati per ordine di lui quattro tiranni dello Stato della Chiesa che esercitavano il mestiere di condot* tieri: s'erano essi posti al suo stipendio, ma scossi alla vista delle trame di lui, gli s'erano rivoltati contro: poi sedotti dalle arti dell'astuto, gli si erano dati volontariamente in mano. Cesare Borgia s'era pure insignorito di Città di Castello e di Perugia: minacciata aveva Bologna, Siena e Firenze, quan-d'ecco mandato nelle Spagne, in un combattimento ebbero fine i suoi giorni più onorevolmente obe meritato non avesse.
In Toscana la repubblica di Firenze miravasi cinta d'inimici. I Medici, tuttavia esuli, aveano stretta alleanza con tutti i tiranni dello Stato della Chie» sa, e 'partecipavano ad ogni trama che s* ordisse contro la loro patria. In pari tempo sollecitarono l'amicizia del Re di Francia, più. propenso a favo* raggiare un principe che una repubblica. Piero dei Medici, avendo seguitato l'esercito spedito nel i5o3 contro il Regno di Napoli» soccombette nella rotta del Garigliano; ma la morte sua non liberò Firenze dal timore inspiratole. I due suoi fratelli Giovanni e Giuliano proseguirono le pratiche a* danni della nativa città. Intanto la guerra di Pisa, che non avea mai fine, logorava le finanze fiorentine. I Pisani aveano perduto il commercio, perdute le manifatture: ogni anno miravano le loro messi distrutte dai fiorentini ; ma a tanti mali opponeano costanza e coraggio insuperabili. Ora i tedeschi, ora i francesi, or gli spagnuoli faceanvi giugnere qualche soccorso senza peculiar interesse loro, ma solo per la speranza di profittar di quella lotta cui prolungavano. Lucca e Siena, invidiose di Firenze, aiutavano Pisa in segreto, però sol quanto pateano farlo senza inimicarsi un vicino oh' esse paventavano. Ma Lucca cadde, senza che uomo ne parlasse, in potere d'una stretta oligarchia. Siena permise ohe la dominaste il
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