fff
annali
come Sommo Pontefice e come italiano; volle trasmettere a'successori intatto il dominio della Chiesa: abborriva da ogni maniera di nepotismo, da ogni aumento della propria casa ; ma sarebbesi creduto reo d' una inesco sabile debolezza se quanto faceasi scrupolo di dare a* suoi, avesse tollerato che altri usurpasse. Richiese la restituzione di tutto ciò che i veneziani possedeano nello stato della Chiesa: e siccome non lo davano, consentì di riceverlo dallo mani di Luigi XII. e di Massimiliano, che collega-vansi per dividere le spoglie della repubblica. Ciò nondimeno fece noti a' veneziani i progetti formati contro di loro; e non s'accordò co'nemici di quella repubblica se non quando la vide risoluta di nulla vestituire.
La lega, giurata oontro Venezia in Camferai il io Dicembre i5o8 da Margherita d'Austria, figlia di Massimiliano, e dal cardinale d'Ambois, primo ministro di Luigi XII., altro non era che il compimento del trattato segreto di Blois del aa Settembre i5o4» Ni una offesa avea fornito motivi a quél perfido accordo: Massimiliano a cui era in odio Lui-
Ì;i XII., in quel medesimo anno avea voluto assalirlo nel milanese ; ma i veneziani gli avean ricusato il passaggio; e dopo tre mesi d'ostilità aveano rinnovato con lui ( 5 Giugno i5o8) i loro trattati* Ma Luigi XII. cni essi aveano difeso, e Massimiliano con che si erano riconciliati, perdonar non sapevano «'veneziani che non avessero un re, e che avessero de'sudditi che faoevano invidia a quelli de'principi. I due convennero di spartire fra loro tutta la terraferma veneziana, di cedere a Ferdinando le fortezze che la repubblica possedeva nella Puglia, a) Papa le signorie della Romagna, alle case d' Este e di Gonzaga piccole contrade sul Po: per tal modo tutti erano interessati all' esterminio del solò Stato che ancora fosse valevole a difendere la costituzione d'Italia.
Così trovavasi divisa la regione media della Penisola, quando adunque molti potenti si collegaumo
v^ooQie