BOLOGNESI Si
primeggiar* il bolognese Lucio Mal veni, che seppe disperdere alcune, schiere dei collegati, e special-» mente quelle del Marchese di Mantova, ch'egli fece» prigione, e che sotto buona oustodia ebbe mandata già a Venezia. E fu desso Lucio, oo} Conte di Pi-tagliano, con Bernardino dal Montone, e oon altri condottieri minori, che aiutarono Padova a disoao» ciar gì' imperiali, siooome abbiamo accennato*
Per le quali avventure che disponevansi favore* voli pei Veneti, nacque pensiero negli avversari di ricomporsi colla Regina dell'Adria; e il Papa fu trai primi che dispose le bisogne per conchiudere paco.— E qui mette bene di notare ohe il Legato di Bolo* gna aveva da poco tempo fatto portare tra noi ua leone di marmo, levato dalla piazza di Ravenna, dove già l'ebbero posto i veneziani per insegua della loro signoria; il qual leone fu da lui fatto cingere di catene di ferro, ad esprimere ohe egli » Legato delle Romagne, aveva umiliato e fatto servo il te* muto leone della Laguna. E quel simulacro in ca* tene era stato posto nel cortile del palazzo degli Ab* ziani, con sotto incisi alouui versi di mordace sentenza.— Ma quando si seppe in Bologna che si traW tava della pace trai Veneziani ed il Pontefice, vi f« chi tolse da quel cortile il marmoreo leone, levandone le catene ed i versi r pensando saviamente che schernire non si doveva il vessillo di san Marco, né quei eignori potentissimi de'quali era insegna quel leone.
Dopo questo fatto più nulla avvenne durante 1' anno io Bologna: non così fu nella Venezia, dove i collegati col Papa operavano da barbari, sicché Giulio ne fu sdegnato, e founò il pensiero di
Annoi. Boi. T. VX. 3
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