BOLOGNESI
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   della città, esortando ognuno alla conserva sione della pace, all'ubbidienza per Santa Chiesa, all'amor dell'ordine e della sicurezza comune. Dopo di cbo ai parti Giulio da Bologna, benedicendo Senato e , e lasciando a Legato suo il Cardinal di
   E poiché abbiamo accennato più d* una volta ad Achille Grassi bolognese, fatto Òardinale poi eletto Vescovo di sua patria, aggiungeremo ora (come narrano l'Alidosi ed il Tomba) che trovandosi egli Uditore di Rota , fu fatto Vescovo di Tivoli nell'anno i49I; dipoi (6 Febbraio i5o6) di Città di Castello, come sappiamo; indi Referendario Apostolico. Ed essendo stato Nunzio per la Santa Sede ( come dice il Falconi ) in Germania, in Polonia ed in Francia, fu poi fatto Cardinale, come sappiamo ( io di Marzo ) e nominato nel Maggio alla reggenza spirituale di Bologna: in quel Maggio che vide insorgere mille e mille turbolenze in questa città, sicché non venne alla possessione della dignità e della Diocesi, che dopo un quattordici mesi dalla nomina che n' ebbe.
   Ed eccoci a un punto dolorosissimo della storia nostra. Poiché i francesi ebbero saputa la partenza di Giulio Papa da Bologna , passarono tosto dalla Lombardia oon tutto l'esercito e coi Beoti voglio nel Contado felsineo, dove in brev' ora e con pochissima fatica occuparono Bazzano, Crespellano, Castel Franco, sant'Agata e Crevalcore. Giulio non seppe del fatto soli' istante : ma ben presto ne seppe il Duca d'Urbino, che stava per tentar l'impresa di Ferrara , e che perciò non poteva esser lungi dalla Provincia : ond' eccolo correre coi soldati del Papa fuor di Porta san Felice, in Val di Ravone presso la Certosa. I francesi ( che già ebber poste guarnigioni ne' conquistati castelli ) corsero anch' essi verso Bo-« ». -'--^ianjenti un po' più alto,
   di Bologna per buona parte fu in balia di soldati ; e di soldati avversari che tutti entrar volevano in
   questo modo il Contado